Napoli, Ranieri alle primarie sfidando il regolamento
Pd Raccolta di firme per candidatura anche tra i non iscritti: «Non accettiamo una regola discriminatoria non applicata in altre grandi città»
Pd Raccolta di firme per candidatura anche tra i non iscritti: «Non accettiamo una regola discriminatoria non applicata in altre grandi città»
Da agosto a gennaio Antonio Bassolino ha corso da solo per le primarie che selezioneranno, il sei marzo, il candidato del Pd al comune di Napoli. Sabato scorso Valeria Valente ha accettato il ruolo di sfidante del suo ex mentore, decisione frutto di un accordo tra Matteo Renzi e Matteo Orfini. La reazione del partito è stata la frantumazione con due nuovi sfidanti, arrivati ieri. Il primo a ufficializzare la partecipazione è stato Umberto Ranieri, migliorista cresciuto all’ombra di Giorgio Napolitano: «Raccoglieremo intorno alla mia candidatura – ha dichiarato – firme di iscritti al Pd ed elettori di centrosinistra non iscritti e le presenteremo, dicendo che non accettiamo una regola discriminatoria non applicata in altre grandi città d’Italia».
Ranieri da settimane propugna la rivolta contro il regolamento approvato a Napoli (diverso, appunto, da quello di Roma e Milano), che obbliga alla raccolta firme tra gli iscritti: ne occorrono circa 550 e pare che lui ne abbia solo 200, così diventa necessario allargare la platea. «Diremo – ha spiegato ancora Ranieri – che noi contestiamo l’articolo tre del regolamento che contiene la disciplina redatta in funzione dei padroni delle tessere».
L’ex sottosegretario agli esteri, che partecipò alle primarie nel 2011, ha raccolto ieri i fedelissimi nella sede della Fondazione Mezzogiorno Europa: «Il Pd rischia la marginalizzazione, a Napoli ha rinunziato alle attività politiche programmatiche ed è impegnato nella protezione di gruppi e gruppetti». E su Antonio Bassolino: «Ne riconosco il valore politico ma non mi sembra la strada giusta, perché carica il centrosinistra di una pesante storia amministrativa dagli esiti discutibili».
L’altro competitor è Marco Sarracino: segretario provinciale dei Giovani democratici di Napoli, classe 1989, membro della Direzione nazionale, vicino a Pippo Civati fino alla sua uscita dal Pd, si lancia nella competizione con il sostegno di Area Riformista, la corrente che fa capo a Guglielmo Epifani e Roberto Speranza e, in città, ha tra i principali referenti il consigliere regionale Gianluca Daniele. Proprio Daniele aveva raccolto 800 firme ed era pronto a scendere in campo in assenza di un candidato civico, ma dopo la scelta di Valente la corrente ha deciso un cambio di strategia, siglato ieri alla presenza dello stesso Epifani, rispondendo così a un pezzo di componente tentato dall’appoggio a Bassolino. Sarracino ha ufficializzato via social la sua scelta: «Mi candido! Napoli ha bisogno che una nuova generazione scenda in campo, negli ultimi giorni tanti miei coetanei ma anche tantissimi amici e compagni del Pd e della sinistra cittadina mi hanno chiesto di metterci la faccia. Io ci sono, Napoli #adessocambia».
Valente rischia di rimanere con il cerino in mano. La sua stessa corrente, Rifare l’Italia, conta delle defezioni (il consigliere regionale Antonio Marciano) verso Bassolino, mentre in Area dem continuano i mal di pancia per non aver portato a casa la candidatura di Riccardo Monti né caselle nel rimpasto di governo. Adesso temono di cedere spazio anche nel partito a Napoli.
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