Stranger Things. Sembra che siamo tornati indietro trent’anni. Donald Trump e Theresa May come Ronald Reagan e Margaret Thatcher, il taglio della scala mobile di Craxi come il Jobs Act di Renzi. Al cinema c’è sempre Blade Runner e la sfida scudetto è tra Juventus e Napoli. Platini contro Maradona come Dybala (mai in gol contro il Napoli in campionato) contro Hamsik (già otto gol contro i bianconeri). Tutto come prima. Ma che siamo, in un film di Alberto Sordi? Forse peggio, in un libro di Walter Veltroni. Al San Paolo è tutto pronto per la sfida al vertice di stasera. Napoli in testa, a punteggio pieno, senza mai aver perso una partita, Juve che insegue, terza dietro all’Inter (che ospita a Torino sabato prossimo) e ne ha già perse due, con Lazio e Sampdoria. Nel presentare la partita, scrive Arrigo Sacchi sulla Gazzetta: «Gli azzurri danno un’interpretazione rivoluzionaria, i bianconeri sono grandi cultori della tradizione».

Ovunque la squadra di Sarri è presentata come divertente e spettacolare, sempre all’attacco, quella di Allegri arcigna e muscolare, attenta alla difesa. Si racconta di un’allegra giostra del gol contro un invalicabile bunker. Eppure, di nuovo Stranger Things, nel senso di cose strane, il Napoli ha la miglior difesa della Serie A con 9 gol subiti, e la Juve ha il miglior attacco con 40 gol fatti. Il luogo comune si sgretola. È vero, negli anni scorsi, quando i partenopei diventavano l’unico avversario al dominio sabaudo, il saldo dei gol subiti era sempre a favore dei secondi (27 a 39 l’anno scorso, 20 a 32 l’anno prima), ma quest’anno tutto è ribaltato: ai 9 presi dal Napoli, che per ben sette volte ha tenuto la porta inviolata, si contrappongono i 14 subiti dalla Juve, troppi. E infatti Allegri sta cambiando tutto.

Perché il luogo comune in fondo ha una sua verità, entrambe le squadre sono in flessione, e questi numeri raccontano del progressivo smarrimento di quelli che storicamente sono i rispettivi punti di forza. Nel Napoli il tridente è spuntato, la baracca è tenuta su da Insigne, Mertens e Callejon non segnano da tre partite. Nelle catene laterali degli aminoacidi che Sarri ha trasferito nel calcio, con i triangoli continui tra esterni bassi, alti e mezzali, qualcosa non scorre più con la stessa fluidità. Il famoso corridoio laterale per gli inserimenti di Callejon sembra ostruito.

Dall’altra parte Massimiliano Allegri è stato costretto a cambiare sistema, dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1, dai quattro attaccanti puri con cui è arrivato in finale di Champions, ai sette giocatori difensivi schierati in casa contro il Crotone. Higuain, operato alla mano sinistra, potrebbe essere il grande assente del match, mentre dall’altra parte solo il dubbio se inserire a sinistra Mario Rui o spostare Hysaj, con Maggio a destra. Per il resto non cambia nulla, in questo eterno ritorno del presente che ci riporta a trent’anni fa. Le altre contendenti sono Roma (stasera ospita la Spal) e Inter (domenica a San Siro col Chievo), mentre il Milan si dibatte tra campionati incerti e proprietà ambigue. Napoli contro Juventus è ancora una sfida tra meridione e settentrione, tra stupori e sicurezze, una lotta di classe dove favoriti sono sempre i padroni: la rosa azzurra vale 354 milioni, quella bianconera ne vale 540. Mezza Italia spera nella sorpresa, l’altra mezza tifa Juve. Come Veltroni, nel cui romanzo senza accorgercene siamo sprofondati.