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Napoli, in corteo per il giovane musicista ucciso da un 16enne

Napoli, in corteo per il giovane musicista ucciso da un 16enneNapoli, il corteo per Giovanbattista Cutolo

La scia di sangue È bastata una lite banale per sparare tre colpi: «La pistola era del gruppo, per fare scena» si è giustificato l'indiziato. Gaetano Russo (Nuova Orchestra Scarlatti): «A 13 anni Giovanni analizzava le sinfonie di Beethoven. Era in grado di elaborare una partitura, di suonare all’impronta il pianoforte e il corno»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 2 settembre 2023

Piazza Bellini, a due passi dal Conservatorio: è lì che ieri pomeriggio si è riunito un pezzo di Napoli per sostenere i genitori di Giovanbattista Cutolo, il 24enne ucciso all’alba di giovedì da un 16enne per un parcheggio. «Verità e giustizia per Giovanni. Le strade sono di chi le ama» lo striscione davanti al quale si sono succeduti gli interventi al megafono ma la famiglia non ha voluto che la discussione prendesse un tono «politico» così un pezzo del presidio si è spostato a piazza Dante. I passanti si avvicinavano ai familiari del ragazzo per un abbraccio, per condividere un’esperienza personale, in una sorta di veglia funebre collettiva. Il presidio si è trasformato in corteo per raggiungere il luogo dell’omicidio scandendo «Giustizia», «Certezza della pena», «Via il tumore» cioè la criminalità organizzata.

«A 13, 14 ANNI Giovanni analizzava le sinfonie di Beethoven. Era in grado di elaborare subito una partitura, di suonare all’impronta il pianoforte, il corno – ha raccontato il direttore della Nuova Orchestra Scarlatti, Gaetano Russo -. Ai nostri concerti della junior, con 120 ragazzi, non viene nessuno eppure sono bravissimi. Dicono che è una musica superata ma non sanno di cosa parlano. Da noi ci sono ragazzi che scoprono una passione, uno scopo. Nel 1992 le istituzioni chiusero l’Orchestra Scarlatti, queste politiche hanno imbarbarito il paese». Un appello chiede al ministro Sangiuliano di rendere di nuovo stabile l’orchestra, per adesso il Mic ha promesso fondi per tre concerti da dedicare a Cutolo.

LA SCIA DI SANGUE non si ferma. All’alba di ieri un 15enne è arrivato al Cto con una ferita all’addome, probabilmente una coltellata. Giovedì a Ponticelli un 16enne ha confessato di avere accoltellato un ragazzo di un anno più giovane: gli ha reciso l’arteria femorale, rischia l’amputazione della gamba. Motivo: una lite durante l’asta per il fantacalcio. L’aggressore ha confessato: «Mi prendeva in giro e ho perso la testa». Lo stesso giorno, intorno alle 5 di mattina, è morto Cutolo: promessa della musica, si era formato nell’Orchestra Scarlatti Young. Il 16enne che ha sparato aveva precedenti per tentato omicidio (quando aveva appena 13 anni) e truffa, ritenuto vicino a una banda di rapinatori di Rolex.

ADESSO È ACCUSATO di omicidio volontario aggravato, porto abusivo e ricettazione di arma. Piazza Municipio, sede del comune con la Questura a due passi, due comitive si fronteggiano per un motivo banale: una manovra con l’auto e uno scooter parcheggiato male. Dalle offese alle mani fino a che non spunta una pistola, il 16enne esplode tre colpi, fatali. La dinamica è stata subito chiara, la zona è piena di telecamere. Anche in questo caso si è ripetuto il rituale dei post social con i messaggi di sostegno all’omicida: «Tutto passa amore mio. Ti sto accanto e già mi manchi».

INTERROGATO dal pm Francesco Regine, l’indiziato ha messo a verbale la sua versione dei fatti. A fronteggiarsi due gruppi: quattro ragazzi dei Quartieri spagnoli, incluso il 16enne, e sette di piazza Bellini. Lo scooter urtato, quindi una bustina di maionese svuotata su uno della comitiva di piazza Bellini, infine calci, pugni e poi sedie e sgabelli. «Ho avuto timore che potesse succedermi qualcosa – la sua versione – mi sono fatto dare la pistola e ho sparato ma non per uccidere, anzi ho visto Cutolo che indietreggiava e credevo di avergli fatto paura». Già individuati gli altri tre ragazzi che erano con lui, tutti maggiorenni. Quello che gli avrebbe passato l’arma è indagato per concorso in omicidio. La pistola «era del gruppo»: la portavano «per giocarci e per fare scena», così ha spiegato. Per la Squadra Mobile, però, la dinamica è diversa. Cutolo avrebbe cercato di proteggere l’amico chiedendo al gruppo del minore di smetterla: «Lasciateci in pace» avrebbe detto, ricevendo uno sgabello addosso e poco dopo i tre colpi di pistola.

«NAPOLI è diventata una città violentissima, un Far West – lo sfogo di Daniela Di Maggio, mamma di Cutolo -. Tutto questo va fermato. Mio figlio era pieno di talenti e valori culturali. Poteva solo aiutare Napoli a migliorare. Uccidendo lui è come se avessero sparato a Benedetto Croce prima di scrivere un saggio di filosofia». E ancora: «L’ho visto: aveva il volto tumefatto, un proiettile nel petto. Se a 16 anni esci con un’arma hai contezza del dramma che stai creando attorno a te. Bisogna assolutamente cambiare le leggi. L’altra notte si sono incontrate due Napoli, quella di mio figlio e quella del 16enne, che non si appartengono, che non si somigliano».

IL TEMA delle due Napoli torna a ogni fatto di sangue ma, passati dolore e rabbia, resta la necessità di non voltarsi le spalle ma riconoscersi e sostenersi. Ieri il comune ha messo le bandiere a mezz’asta. Il Teatro San Carlo ha annunciato una «Borsa di studio Giovanbattista Cutolo», giovedì i cornisti della Scala di Milano hanno dedicato l’esibizione al collega ucciso. Ieri sera omaggio anche all’Arena di Verona.

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