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Napoli accoglie il ministro con il segno di Zorro

Napoli accoglie il ministro con il segno di Zorro

La visita tra lenzuoli e pupazzi di Don Diego de La Vega Mezza città mobilitata con l’hashtag «Sfottisalvini» e slogan appesi

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 17 maggio 2019

Hashtag «Sfottisalvini», mezza città si è mobilitata per organizzare l’accoglienza al ministro dell’Interno, arrivato a Napoli ieri pomeriggio. Motivo ufficiale della visita il Comitato per l’ordine e la sicurezza, il quarto da ottobre, ma ormai è evidente che è il modo del leader leghista di fare campagna elettorale permanente. Le pagine accorate dell’intervista-biografia pubblicata da Altaforte hanno lasciato il segno: il furto del pupazzetto di Zorro subito da Salvini all’asilo ha scatenato i Sentinelli di Milano ma anche l’ironia dei napoletani. Sui balconi, dal Vomero a Scampia, sono comparsi i lenzuoli con le scritte «Salvini cerchi voti al sud per portare soldi al nord», «Leghista terrone scuorno (vergogna, ndr) del Meridione», «Salvini not today» (citazione da Il trono di spade), «Zorro antifà» fino alle menzioni speciali: premio ironia «Salvini non sei il benvenuto! Ps. per la Digos: torno alle 20»; premio nostalgia «Questa Lega è una vergogna, lo diceva anche mio fratello Pino», esposto apputo dal fratello del cantautore Pino Daniele; premio opera d’arte per la scritta «Vieni a Napoli e poi muori» composta vergando le lettere su singoli indumenti colorati e, infine, premio analisi politica a «Ieri secessione oggi autonomia differenziata. Salvini vattene».

L’EX OPG JE SO’ PAZZO, intanto, aveva diffuso via social il video con la richiesta di riscatto al Capitano: «Il pupazzo Zorro in cambio dei 49 milioni sottratti dalla Lega agli italiani». Tutti all’opera per partecipare al grande sfottò collettivo in giro per lo Stivale. C’è chi si è prodotto nella realizzazione dello striscione e poi ha inviato la foto al gruppo Fb Napoli senza confini e chi è andato all’Ex Opg per partecipare al laboratorio «Salvini starter pack – prepariamo insieme i materiali per accogliere nel migliore dei modi il ministro».

Nel pomeriggio attivisti e cittadini si sono riuniti alla stazione Toledo della metro e subito si sono fronteggiate due scuole di pensiero: da un lato Insurgencia con un maxi pupazzo di Zorro che recita «Mai più con Salvini», dall’altro l’Ex Opg con la versione marionetta e il coro «è nostro e non te lo ridiamo!». Gli attivisti della campagna antisfratto Magnammece o’ pesone commentavano: «È un movimento spontaneo, solo chi non ha memoria può credere a chi ci chiamava terroni». Al grido di «Aprite i porti» e «Bella ciao» il presidio è diventato un corteo che ha raggiunto la prefettura dove, nel frattempo, era arrivato il vicepremier. Cori, fumogeni e poi è partita la carica della polizia: «Ci hanno manganellato senza motivo», hanno detto dal corteo.

DOPO AVER RINUNCIATO al comizio in serata per le europee, previsto prima in piazza Matteotti, poi al chiuso in teatro e solo previo accredito, infine cancellato visto il clima di rivolta nei confronti delle sue passerelle, Salvini è arrivato in città al termine di una giornata difficile: il sindaco di Legnano e due assessori arrestati; l’inchiesta della Corte dei Corti sui suoi voli. Il pomeriggio a Napoli doveva servire a lanciare il dl Sicurezza bis, ma nel frattempo anche i decreti Sicurezza hanno smesso di avere appeal: «Arriverà in Consiglio dei ministri lunedì», ha assicurato.

NEANCHE IL TEMPO di digerire il decreto che arriva un nuovo annuncio: «Proporrò un piano di unità nazionale per combattere mafia, camorra e ndrangheta. Ma bisogna lavorare tutti insieme, maggioranza e opposizione, al di là degli striscioni». E sui rom: «Chi non ha diritto verrà sgomberato, anche 22 volte». Sulla repressione sistematica del dissenso: «Sono contento se ci sono indagini per chi istiga all’odio e alla violenza». Spazio poi ai problemi coniugali con l’alleato:

«Sono orgoglioso di far parte di questo governo», ma «l’autonomia serve a unire il paese che oggi è diviso. Non so se Di Maio non se n’è accorto. Non sono andato io dai gilet gialli che lanciavano le molotov». Il tempo di ribadire i 592 rinforzi alla questura di Napoli, promessi da ottobre, che è già tempo di ripartire. Il testimone passa a Milano dove domani la Lega riunisce i sovranisti europei. Slogan della protesta degli striscioni: «Salvinitoglianchequesti».

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