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Myanmar, dopo l’arresto scompare nel nulla la regista Ma Aeint

Myanmar, dopo l’arresto scompare nel nulla la regista Ma AeintMa Aeint

Myanmar I militari l-avrebbero condotta in un centro segreto di detenzione, dove si muore sotto tortura

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 9 giugno 2021

Dal suo arresto, il 5 giugno a Yangon, nessuno ha avuto più sue notizie. Neppure la famiglia che è stata informata solo il giorno successivo senza peraltro poter contattare in alcun modo Ma Aeint, regista, produttrice (Money Has Four Legs) di cinema indipendente nello Myanmar, molto conosciuta in Asia e nei circuiti internazionali. In risposta i familiari hanno ricevuto informazioni molto laconiche, che sarebbe stata portata in un luogo segreto per essere interrogata.
Ma questa è la prassi del regime militare di Myanmar al potere dopo il golpe che ha destituito la leader Aung San Suu Kyi (anche lei detenuta in segreto): sparizioni, omicidi, violenza, tortura, nel mirino ci sono i dissidenti, i sostenitori di Aung San Suu Kyi, i giornalisti, ma chiunque può scomparire in uno dei centri segreti di detenzione, e centinaia di persone sono state uccise negli ultimi mesi durante le proteste contro il regime.

IMMEDIATE le reazioni delle istituzioni cinematografiche in tutta l’Asia: il festival di Busan ha lanciato una petizione a cui hanno aderito altri 11 festival tra Sud Corea e Thailandia, in cui si chiede il rispetto dei diritti civili e di garantire l’incolumità fisica di Ma Aeint.
«Domenica scorsa alcuni ufficiali (non militari) hanno informato mia zia che Ma Aeint era detenuta in un centro militare segreto per un interrogatorio, Non è stata la polizia a prenderla, hanno parlato di ‘militari’ anche se nessuno si è ufficialmente qualificato» ha dichiarato a «Variety» la sorella della regista, Su Wai, che vive negli Stati uniti. Un collega di Ma Aeint, Maung Sun, ha detto che dopo l’arresto gli uffici della loro società sono stati «devastati». «Ci sono cinque centri per gli interrogatori, e tutti sono noti per le torture e le violenze che vi sono compiute – ha spiegato a «Variety» – Nei giorni scorsi molti prigionieri sono morti mentre venivano interrogati».

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