Ci vuole talento per rompere gli schemi che ci vorrebbero semplici ingranaggi di quel sistema normativo che spesso è la vita; ci vuole ascolto, ci vuole libertà, ci vuole coraggio e ci vuole chi ci aiuta a tirarle fuori queste qualità che fanno la differenza.

Parla di questo My Soul Summer, una commedia sofisticatamente dolce e amara, dove si ride e dove si piange al ritmo sincopato delle voci della straordinaria coppia di opposti (ma affini) protagonisti: Tommaso Ragno e Casadilego (la giovanissima cantante vincitrice nel 2020 di X Factor), diretti con sapienza empatica da Fabio Mollo al suo quarto lungometraggio.

Lui è un artista ormai invecchiato in cerca di nuova ispirazione (e di alcool), lei deve ancora decidere cosa farà da grande e nel frattempo si divide (o meglio: si moltiplica) tra l’esame di pianoforte da preparare per il Conservatorio come vorrebbe mamma, le visite al vicino rocker eccentrico che la costringe a scoprirsi e mettersi in gioco, e gli incontri amorosi coi suoi coetanei. A incorniciare e a liberare attraverso la luce i movimenti plurimi, a volte sognanti, a volte più bruscamente determinati dalla realtà in cui si muovono i due, la fotografia di Daniele Ciprì, che rilancia i riverberi emozionali che intessono il film e accompagna le svirgolate ironiche, dove le tonalità comiche (calibrate magnificamente da Tommaso Ragno) ricordano la grande commedia hollywoodiana (quella di Billy Wilder, per esempio).

Sembra un film facile My Soul Summer, eppure da qualsiasi parte lo si guardi (e lo si ascolti: la trama sonora è notevole) rivela una complessità di istanze, di dissolvenze tra le forze e le voci in campo, e di sovrimpressioni tra quello che sta di fronte ai nostri occhi (le malinconie di ognuno che prendono le forme più disparate e imprevedibili) e quello che sappiamo vedere (imparando a riconoscere la nostra cecità emozionale), da far girare la testa: come nei film di Truffaut, a cui Mollo in qualche modo si avvicina vertiginosamente.

RIESCE a dare centralità ai margini e alle marginalità di cui si compone, sparigliando le carte in tavola, reinventando il gioco e la geometria dei piani (sempre sorprendenti, mai inutilmente eleganti), con rigore. Quello di Mollo è un cinema dolcemente potente, che si nutre delle fragilità umane, a cui sa trovare un luogo narrativo e una forma poetica, a cui sa dare una dignità artistica e una trasparenza politica rare, come nella migliore tradizione del cinema moderno (quello di Lattuada, per esempio).

My Soul Summer è stato presentato pochi giorni fa alla Festa del cinema di Roma (nell’enclave di Alice nelle città) e uscirà per tre giorni nelle sale (24-25-26 ottobre). Non perdetelo e sarà lui a trovarvi (e a scavarvi dentro).