Nel pomeriggio di ieri Elon Musk twittava in latino: Dulce est desipere in loco (A tempo è dolce folleggiare, traduzione di Mario Ramous). Ad animare il proprietario di Twitter non è però un’improvvisa passione per le Odi di Orazio. La citazione colta arrivava in seguito a un precedente messaggio in cui il secondo uomo più ricco del mondo dopo Bernard Arnault annunciava un futuro combattimento – da trasmettersi in diretta sulle piattaforme X e Meta – tra lui e il guru di Facebook, in uno scenario dell’antica Roma in cui «non ci sarà niente di moderno». Musk affermava infine di aver concordato con il Ministero italiano della Cultura una location «epica». Ed infatti poco dopo è arrivato anche il gracchiante «cinguettio» di Gennaro Sangiuliano, il quale dichiarava in forma ben poco istituzionale di essersi intrattenuto in una «lunga e amichevole conversazione» con il miliardario di origini sudafricane «su un grande evento di evocazione (si dovrebbe dire piuttosto rievocazione, ndr) storica».

I CINEFILI E I CULTORI di arti marziali saranno delusi di apprendere che la sfida tra Musk e Zuckerberg non si svolgerà al Colosseo come il celebre duello tra Bruce Lee e Chuck Norris girato illegalmente agli inizi degli anni ’70 per il film L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente (eppure l’Anfiteatro Flavio pullula ancor oggi di gattini…). Il ministro ha infatti precisato che l’assurda competizione non avverrà a Roma.
D’altra parte, solo qualche giorno fa era intervenuto nella polemica scatenatasi all’indomani del concerto del rapper Travis Scott al Circo Massimo, dando man forte all’ira della direttrice del Parco del Colosseo, la quale aveva prima autorizzato l’esibizione che ha provocato forti scosse alle strutture antiche e poi tuonato che il monumento di età imperiale non è uno stadio. Mentre Musk ha continuato a sciorinare citazioni latine chiamando in causa persino Giulio Cesare e le Idi di Marzo (forse una sfida nella sfida, visto che – come ricorda Giusto Traina nel libro Imperium, Zuckerberg ha menzionato in varie occasioni alcuni passi dell’Eneide), sui social-media sono partite le scommesse riguardo al possibile luogo del combattimento. Gettonatissime l’Arena di Verona e, naturalmente, Pompei. E chissà che, per riprendere i versi lanciati da Musk, il «folle» incontro tra gladiatori dell’era tecnologica vada in scena proprio nell’anfiteatro della città vesuviana, danneggiato a metà luglio, nel silenzio istituzionale, dalle riprese di un video-clip dell’ormai distruttore di rovine Travis Scott.

A DENUNCIARE quest’ultimo caso è l’archeologa ed ex senatrice Margherita Corrado che, in seguito ad alcune segnalazioni informali e in qualità di presidente dell’Associazione Mica Aurea-Odv, ha inviato una richiesta di chiarimenti alla sezione napoletana del Nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. D’altronde, non è certo una novità che il Parco archeologico più visitato del Bel Paese (sic..!) dopo il Colosseo sia diventato dai tempi del «regno» plurimo di Franceschini una vetrina politica.
Con la demenziale lotta tra gladiatori dell’era tecnologica – che ricorda le gare di wrestling di Trump quando era un potente uomo d’affari – si tenta ancora una volta di nascondere l’onta della svendita del patrimonio ad opera del MiC «S.p.a.» dietro al solito ed enfatico pretesto della valorizzazione.
I proventi dell’evento andranno a due non meglio specificati ospedali pediatrici italiani e ai veterani statunitensi. Ma a guadagnare di più sarà, come sempre, la propaganda di destra (questa volta, secondo i proclami di Sangiuliano, su scala planetaria).