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Muoversi a Berlino costerà solo un euro al giorno

Muoversi a Berlino costerà solo un euro al giorno

Il caso Non è il biglietto gratuito immaginato dalla coalizione rosso-verde, ma è «una svolta epocale». 100 milioni in due anni di mancati incassi. Ma il sindaco Müller insiste nel proseguire nella sua scelta. È un investimento in antitesi alle grandi opere in città

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 17 luglio 2019

La rivoluzione berlinese del trasporto pubblico: metro, tram, bus più la rete fluviale a 1 euro al giorno. Meno della metà dell’attuale abbonamento annuale che ne costa ben 761. Un piano ambizioso, tutt’altro che di semplice attuazione, concepito dal sindaco Spd Michael Müller, convinto di inseguire «un obiettivo realistico, fattibile, confermato dalle reazioni positive dei miei concittadini».

Non sarà il biglietto gratuito immaginato inizialmente dalla coalizione rosso-rosso-verde: «obiettivo troppo lontano dalle nostre risorse finanziare» spiegano, calcolatrice alla mano, al Municipio Rosso. Ma corrisponde comunque a una svolta epocale «sul modello di Vienna» e, come ammette il borgomastro, «sulla spinta della questione ambientale». Del resto, riassume Müller, «se voglio incentivare sul serio i residenti a utilizzare i mezzi pubblici, devo far loro la migliore offerta possibile».

IL NUOVO ABBONAMENTO dovrebbe entrare in vigore entro i prossimi 24 mesi. Costerà circa 100 milioni di euro in mancati incassi, metà a carico del Comune. Un piccolo salasso per la Bvg (l’azienda pubblica dei trasporti) il cui bilancio 2019 prevede 1,4 milioni di ricavi contro i 13,2 dell’anno scorso, e il cui Rapporto di gestione approvato quattro anni fa stabilisce di collegare le tariffe all’inflazione e al crescente costo dell’energia. Di conseguenza era stato deciso l’aumento del biglietto del 3% nel 2020.

VERDI E LINKE appoggiano nella sostanza il progetto di Müller, ma pure si riservano di capire meglio come sia esportabile la misura già operativa nella capitale austriaca. Finora non è ancora sufficientemente chiaro quanto il biglietto a 1 euro abbia inciso nel trasferimento di un numero adeguato (a far quadrare i conti) di cittadini dall’automobile al trasporto pubblico. A Vienna l’introduzione dell’abbonamento annuale a 365 euro, inoltre, è stata accompagnata da un drastico aumento delle tariffe dei parcheggi. In più, i Grünen stanno valutando se basteranno i 2,3 miliardi destinati alle nuove carrozze ordinate e già in produzione.

Ma Müller tira dritto. Tanto che alla luce delle previsioni della Bvg sul rilevante aumento di passeggeri da gennaio (al di là della nuova offerta) aveva pensato anche a «a cifre inferiori a 1 euro ma poi non sarebbe rimasto il denaro necessario per i nostri due investimenti prioritari: l’espansione della rete e il rinnovo del parco-mezzi Bvg», sottolinea il sindaco. Ricordando in parallelo come rispetto a un lustro fa la situazione finanziaria di Berlino (sempre pesantemente indebitata con lo Stato centrale) sia un po’ migliorata.

«In questo momento si spalanca una finestra di straordinaria opportunità nel budget del Land in cui è finalmente possibile considerare il progetto del nuovo abbonamento. Dobbiamo essere pronti a cogliere al volo questa possibilità» chiosa Müller, reduce dalla presentazione extra-Ue del suo piano tariffario «a imitazione di Vienna» la settimana scorsa a Zurigo. Un’idea praticabile anche a Bonn e Reutlingen dove già viene testata la carta ridotta in nome della «crescente domanda di protezione del clima e di città più a misura umana».

PER TUTTI I COMUNI la perdita degli incassi verrebbe compensata dai finanziamenti statali, ovvero pagata con la fiscalità generale a livello di Bundesrepublik. Con buona pace dei quattro Land ricchi che “mantengono” gli altri 16 ai sensi del federalismo costituzionale, che questo significa in Germania.

Come confermano i tecnici della Bvg «le infrastrutture dovranno essere massicciamente ampliate per accogliere il forte aumento di passeggeri attirati dall’enorme riduzione della tariffa». In compenso, tuttavia, il sindaco di Berlino prevede fin da subito meno traffico sulle strade e il miglioramento della qualità dell’aria. Per questo chiede «nuovi treni ora, per potere ampliare l’offerta e quindi la sostenibilità sul lungo periodo dell’abbonamento. Personalmente sono convinto che sia realizzabile». Con lui già il 35% del campione del sondaggio appena lanciato sul più diffuso quotidiano berlinese, secondo cui la misura è «esattamente ciò che mi serve».
IN OGNI CASO, al di là delle evidenti criticità, il maxi investimento pubblico sulla mobilità immaginato dal borgomastro Spd rappresenta l’antitesi dei mega-progetti, ben più faraonici, dell’Hauptstadt tedesca. Nel recente passato Berlino ha gettato miliardi di euro in piani poco più che inutili come la linea della metropolitana da Alexanderplatz all’attiguo Bundestag o la ricostruzione dello storico Castello davanti all’isola dei musei. Per non parlare del nuovo aeroporto dedicato a Willy Brandt, non ancora inaugurato, già obsoleto.

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