Multinazionali, licenziamenti in arrivo anche alla ex Magneti Marelli
Componentistica auto Gli oltre 10mila addetti dei 19 stabilimenti italiani, e i sindacati metalmeccanici, scoprono dai media che Magneti Corp, di proprietà del fondo statunitense Kkr, vuol liberarsi di 1.500 dei 43mila dipendenti dislocati ai quattro angoli del pianeta. Oggi primo incontro, on line, fra Fiom Fim e Uilm e i vertici aziendali. La Marelli, emblema del made in Italy, era stata venduta da Fca appena due anni fa.
Componentistica auto Gli oltre 10mila addetti dei 19 stabilimenti italiani, e i sindacati metalmeccanici, scoprono dai media che Magneti Corp, di proprietà del fondo statunitense Kkr, vuol liberarsi di 1.500 dei 43mila dipendenti dislocati ai quattro angoli del pianeta. Oggi primo incontro, on line, fra Fiom Fim e Uilm e i vertici aziendali. La Marelli, emblema del made in Italy, era stata venduta da Fca appena due anni fa.
Non sarà in presenza ma solo online l’incontro odierno fra la dirigenza di Magneti Corp (ex Magneti Marelli) e i sindacati metalmeccanici, dopo l’ennesimo caso di una multinazionale controllata da un fondo, questa volta lo statunitense Kkr, che decide di liberarsi di 1.500 lavoratori della componentistica auto, “e avere una struttura più snella”. La notizia è arrivata nella tarda serata di mercoledì dall’agenzia economica Bloomberg, dopo una lettera inviata ai dipendenti dall’ad Beda Bolzenius.
Una notizia, va da sé, che non è piaciuta alle organizzazioni sindacali. A partire dal metodo: “Abbiamo appreso dagli organi di stampa del piano della Marelli – denuncia Simone Marinelli, coordinatore nazionale Fiom Cgil nei 19 siti produttivi italiani – che prospetta una riduzione dei costi anche attraverso il licenziamento di 1.500 addetti a livello globale. Una decisione presa senza alcun coinvolgimento delle lavoratrici, dei lavoratori e del sindacato”.
Quanto al merito, valgono le parole del segretario nazionale della Uilm Gianluca Ficco, responsabile settore auto: “All’incontro chiederemo finalmente chiarezza, non solo sul piano di ristrutturazione ma più in generale sulle strategie che il gruppo ha intenzione di adottare in Italia. Sappiamo che gli esuberi riguardano specificamente le funzioni centrali, noi chiederemo che siano gestiti in maniera socialmente responsabile. Cioè senza licenziamenti”.
“Non possiamo lasciare a decisioni prese fuori dal nostro paese il futuro di una delle aziende di componentistica più importanti – aggiunge Marinelli – perché in questa fase di grandi trasformazioni occorrono investimenti in ricerca e sviluppo, e un piano per l’occupazione e la formazione. Marelli in Italia ha le competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro”.
Secondo Bloomberg, il fondo Kkr starebbe anche valutando di vendere alcune divisioni, a cominciare dai sistemi di sospensione, per concentrarsi su prodotti di componentistica più redditizi. A conferma dei timori sindacali che la cessione di Magneti Marelli da parte di Fca nel 2019, ennesimo pezzo di manifattura italiana di qualità volata via, avrebbe portato guai. Marelli Corp, che il fondo Kkr ha costituito aggiungendo alla Magneti Marelli la Calsonic Kansei, conta 43mila addetti di cui circa un quarto nella penisola, negli stabilimenti in prossimità dei poli produttivi automobilistici, da Torino a Melfi, da Pomigliano d’Arco a Bologna.
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