Mps va ancora sul mercato. Mentre un fondo va su Mps
Crisi bancarie Il titolo frena la sua caduta dopo l'annuncio di Rocca Salimbeni dell'ennesima ricapitalizzazione per 2,1 miliardi. Nessuna dilazione del rimborso dei Mondi bond rimasti (1,1 miliardi) e dei relativi interessi. Da Hong Kong si fa avanti il fondo Nhl: "Dieci miliardi per ristrutturare il capitale".
Crisi bancarie Il titolo frena la sua caduta dopo l'annuncio di Rocca Salimbeni dell'ennesima ricapitalizzazione per 2,1 miliardi. Nessuna dilazione del rimborso dei Mondi bond rimasti (1,1 miliardi) e dei relativi interessi. Da Hong Kong si fa avanti il fondo Nhl: "Dieci miliardi per ristrutturare il capitale".
Anche se il miglioramento è stato risicato (in chiusura +1,48%), e il prezzo resta sotto 0,61 euro, le azioni Mps sono tornate a salire. Dopo una giornata con scambi intensissimi e sospensioni per eccesso di volatilità, il ritorno a un segno positivo è considerato dagli analisti l’effetto diretto del comunicato lanciato domenica sera da Rocca Salimbeni. Con l’annuncio – dopo una intera settimana di silenzio che ha portato il titolo a perdere il 40% – con cui la banca ha anticipato che coprirà con un aumento di capitale l’intera, potenziale criticità di 2,1 miliardi emersa dagli stress test della Bce.
L’ennesima ricapitalizzazione, puntualizzano Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, avverrà rivolgendosi al mercato: “Attualmente le misure ipotizzate prevedono la copertura integrale del deficit con un aumento di capitale – spiega la nota Mps – mentre non è allo studio l’esercizio della facoltà di conversione anticipata dei Monti bond, né qualsiasi altra ipotesi che veda il ministero intervenire nella forma di nuovi aiuti di Stato”.
Dunque non ci sarà la richiesta di dilazionare al 2017 la restituzione dei Monti bond restanti, circa 1,1 miliardi, per ridurre la portata dell’aumento di capitale. La prospettiva era stata ipotizzata dalle istituzioni toscane, messe in allarme rosso di fronte all’inazione suicida di Profumo&Viola. Pur tardivo anch’esso, l’appello al governo di Enrico Rossi e del sindaco Valentini non era peregrino, visto quanto osservato ieri – quando non era già più in campo… – dal viceministro Morando: “Non lo diamo per scontato, ma se sarà necessario è un contributo che si può chiedere alla comunità nazionale di dare”.
Un “contributo” profumatamente remunerato: l’aumento di capitale monstre da 5 miliardi fatto a luglio è servito fra l’altro per restituire 3 dei 4,1 miliardi di Mondi bond, pagando in più 500 milioni di interessi al Tesoro. Ma la vulgata dell’aiuto a fondo perduto dei contribuenti, subito reiterata da alcuni media, è come un virus pestilenziale.
“L’istituto va salvato – ha ribadito ieri Rossi – non si può pensare venga eliminato, o cada sotto l’egida di un’altra banca, per cui Mps diventa solo una catena di sportelli comandata altrove”. Guarda caso, in serata è arrivato Nit Holdings Limited, fondo con sede a Hong Kong, che si dice pronto a investire ben 10 miliardi di euro. Un’offerta notificata anche a Bce e Banca d’Italia, in vista del Cda fissato domani. L’obiettivo, aggiunge Nhl, “è la realizzazione di un piano di ristrutturazione complessivo del capitale della Monte dei Paschi, in un’ottica di alleanza sinergica nel lungo periodo”. Oggi intanto si riunisce la Fondazione Mps, e giovedì i sindacati incontrano l’ad Fabrizio Viola.
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