Ieri in serata a sorpresa il Mef ha messo in vendita 252 milioni di azioni di Mps – la presenza del Tesoro si ridurrà di quasi un terzo, scendendo dal 64,2% al 44,2% del capitale, rimanendo comunque in controllo – attraverso un «accelerated book building», una procedura finanziaria accelerata di raccolta ordini, sulla base di una guidance di prezzo di 2,89 euro ad azione, con uno sconto di circa il 6% rispetto alla chiusura di Borsa (3,07 euro).
Se confermato, il prezzo porterebbe il Tesoro ad incassare circa 728 milioni di euro.
La mossa di Giorgetti – la Ue chiedeva di scendere nel capitale nel 2024 – e lo «sconto» sul prezzo dimostrano che non esistono né «tanti compratori» né l’idea di «terzo polo bancario» con Mps acquisita da Bper (che ha recentemente negato) o da Intesa o da Unicredit. L’ennesima figuraccia del governo, dunque.