Morti “Marcia del Ritorno”, l’Ue biasiama i palestinesi non Israele
Gaza In un testo approvato a larga maggioranza, l'Europarlamento prende di mira Hamas ed esorta l'esercito israeliano soltanto a una risposta proporzionata alle manifestazioni palestinesi. Oggi nuovo venerdì di proteste a ridosso delle linee tra Gaza e Israele
Gaza In un testo approvato a larga maggioranza, l'Europarlamento prende di mira Hamas ed esorta l'esercito israeliano soltanto a una risposta proporzionata alle manifestazioni palestinesi. Oggi nuovo venerdì di proteste a ridosso delle linee tra Gaza e Israele
Un colpo alla botte e una al cerchio, un colpo ad Hamas e uno a Israele. Anzi, colpi soprattutto ai palestinesi. L’Europarlamento ieri ha condannato Hamas per la presunta «istigazione» alla violenza alla frontiera tra Gaza e Israele e ha esortato l’esercito dello Stato ebraico ad usare «strumenti proporzionati» per rispondere alla “Marcia del ritorno” dei palestinesi. Con 524 voti a favore, 30 contrari e 92 astensioni, l’assemblea parlamentare, dopo aver espresso rammarico per «l’uccisione e il ferimento di manifestanti palestinesi innocenti a Gaza», ha riconosciuto «le sfide cui Israele deve far fronte in materia di sicurezza e la necessità di proteggere il suo territorio e i suoi confini». Gli europarlamentari si sono detti preoccupati «per il fatto che Hamas sembri essere intenzionato a fomentare le tensioni» e, adottando la narrazione israeliana di quanto accade lungo le linee tra Gaza e Israele, hanno condannato «con fermezza la persistente tattica di Hamas di utilizzare i civili per coprire le attività terroristiche». Solo alla fine il testo europeo chiede la revoca del blocco israeliano della Striscia di Gaza che dura da quasi 12 anni, il motivo principale che spinge decine di migliaia di palestinesi a manifestare a ridosso delle linee di demarcazione con lo Stato ebraico.
Il voto europeo è giunto alla vigilia di nuove proteste di massa a Gaza. Dopo il “venerdì delle ruote” e il “venerdì delle bandiere”, oggi sarà il “venerdì dei martiri e dei prigionieri”. I promotori della “Marcia del Ritorno” hanno annunciato che i cinque accampamenti di tende, dove dal 30 marzo si radunano i manifestanti, sono stati avvicinati alle barriere con Israele, da 700 a 300 metri di distanza, quindi ai limiti di quella “no-go zone” proclamata unilateralmente da Israele all’interno del territorio orientale di Gaza. Oggi vedremo la risposta di Israele, che si prevede di nuovo dura. Nelle scorse settimane il ministro della difesa Lieberman ha fatto schierare dozzine di tiratori scelti contro i manifestanti. Gli effetti del fuoco dei cecchini sono stati devastanti: 33 palestinesi sono stati uccisi e 4.279 feriti secondo il bilancio di vittime diffuso due giorni fa dal ministero della sanità a Gaza. Tre degli uccisi erano ragazzini, uno un giornalista. I feriti colpiti da munizioni vere sono stati 1.539, quelli da proiettili rivestiti di gomma 388, gli intossicati dai gas 1.878. Negli ospedali 134 feriti versano ancora in gravi condizioni, in 17 casi è stato necessario ricorrere ad amputazioni di arti.
Fonti di Gaza spiegano che Hamas, la forza principale dietro la ”Marcia del Ritorno”, ha respinto le pressioni dell’Egitto affinché mettesse fine alle proteste del venerdì. Nell’incontro al Cairo con l’intelligence egiziana, la delegazione del movimento islamico ha detto che prenderà in considerazione il “pacchetto di idee” presentato dall’Egitto – che include la ripresa dei colloqui per la riconciliazione nazionale pal0estinese e uno scambio di prigionieri con Israele – ma non intende spegnere le manifestazioni popolari lungo le linee di demarcazione.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento