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Morte Magherini, indagati i carabinieri

Morte Magherini, indagati i carabinieriIl corpo di Riccardo Magherini – A buon diritto

Firenze Nel registro della procura anche i 5 sanitari intervenuti la notte del 3 marzo

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 1 maggio 2014

Nove persone sono indagate per la morte di Riccardo Magherini, il quarantenne deceduto il 3 marzo scorso dopo essere stato fermato dai carabinieri a Firenze. La procura del capoluogo toscano ha infatti iscritto a registro degli indagati i nomi dei quattro carabinieri e dei cinque sanitari intervenuti quella notte in Borgo San Frediano. L’accusa nei confronti dei militari è di omicidio preterintenzionale, mentre gli appartenenti al 118, un medico, un infermiere e tre volontari, devono rispondere di omicidio colposo. Intanto il presidente della commissione Diritti umani del Senato, il democratico Luigi Manconi, ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia sottoscritta da 29 parlamentari di tutti i gruppi in cui si chiede di effettuare una nuova autopsia sul corpo dell’ex calciatore della Fiorentina.

La decisione di emettere gli avvisi di garanzia arriva dopo la denunncia presentata dai familiari di Magherini e in seguito alla ricostruzione della sequenza di oltre 50 minuti di telefonate che precedono, accompagnano e seguono l’arrivo dei carabinieri, avvenuto alle 1,15, e dei soccorritori all’1,33. «I quattro carabinieri sono innocenti» ha detto ieri l’avvocato Francesco Maresca, difensore del militari dell’Arma. «Hanno fatto il loro dovere nel pieno rispetto delle procedure del protocollo, finalizzato soprattutto ad accertare i problemi di salute esistenti in quel momento per il Magherini, che era in stato confusionale».

Nella denuncia presentata al tribunale di Firenze il padre e il fratello di Magherini accusano invece i militari di aver immobilizzato l’ex calciatore «con un uso della forza non previsto e contemplato nelle tecniche di immobilizzazione delle forze dell’ordine» e anche quando, secondo le testimonianze, «Riccardo era divenuto silenzioso e immobile… i quattro militari hanno invece deciso di continuare a tenerlo immobilizzato nella medesima posizione continuando altresì a esercitare pressione sul dorso». Sempre secondo i familiari, inoltre, i primi sanitari intervenuti, in attesa dell’arrivo del medico, «pur non essendo riuscita la valida acquisizione dei parametri vitali proprio in ragione della immobilizzazione con le manette dietro la schiena… non hanno provveduto nemmeno a rimuovere Riccardo da quella posizione né a liberarlo delle manette al fine di consentirgli quantomeno una migliore respirazione».

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