Morte di Andrea Purgatori, primi indagati: si tratta di due medici
La denuncia della famiglia La prossima settimana verrà eseguita l'autopsia
La denuncia della famiglia La prossima settimana verrà eseguita l'autopsia
Ci sono i primi due indagati per la morte di Andrea Purgatori, il giornalista morto il 19 luglio a Roma. Si tratta di due medici di una struttura diagnostica della capitale ai quali i pubblici ministeri coordinati dall’aggiunto Sergio Colaiocco, contestano il reato omicidio colposo.
Dopo la denuncia dei familiari, l’inchiesta sembra dunque procedere velocemente. La prossima settimana si terrà l’autopsia all’Istituto di medicina legale di Tor Vergata mentre i magistrati stanno acquisendo le cartelle cliniche e i referti degli esami svolti da Purgatori in tre cliniche della città
L’iscrizione dei nomi dei de mesi nel registro indagati è il primo atto formale ma risposte importanti potrebbero arrivare dall’esame autoptico dal quale si potranno capire le cause delle morte del giornalista e se ci siano stati errori nella diagnosi e nelle cure.
Una vicenda che, di fatto, si consuma in tre mesi.
Il 24 aprile il conduttore di Atlantide si è recato in una clinica privata per effettuare controlli alla luce di uno stato di spossatezza. Gli esami strumentali restituiscono però parametri sballati e viene effettuata anche una biopsia. La parola quindi passa ad una altra struttura specializzata da cui arriva però, e siamo ad inizio maggio, la drammatica diagnosi: una forma tumorale diffusa in varie zone del corpo, ai polmoni e al cervello.
A comunicarlo è uno dei due medici finiti poi nel registro degli indagati. Viene quindi immediatamente disposta una massiccia radioterapia che il giornalista effettua in una terza clinica.
Le condizioni restano stabili fino a metà maggio, Purgatori continua a lavorare tanto da registrare una puntata del programma Atlantide, poi però il quadro comincia a peggiorare. Dagli esami a cui si sottopone arrivano elementi incoraggianti ma Purgatori continua a peggiorare.
A giugno si sottopone ad una tac nella prima clinica in cui si era recato ad aprile. Il referto, secondo quanto riferiscono i familiari nella denuncia, è inaspettato: nessuna traccia di metastasi al cervello, solo tracce di ischemie cerebrali. Un quadro confermato anche da un’ulteriore risonanza effettuata in altra struttura.
Le condizioni del giornalista continuano, però, a precipitare. Viene ricoverato in uno dei policlinici della capitale dove ai familiari viene confermata la prima diagnosi. A comunicarlo, secondo quanto riferito dai familiari, è uno dei firmatari del referto emesso ad inizio maggio con la prima drammatica diagnosi.
Pochi giorni dopo Purgatori è morto.
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