Montelago Celtic festival, paradiso folk
Eventi Dal 3 al 5 agosto la manifestazione marchigiana. Tra gli appuntamenti: 40 workshop, 10 corsi per la diffusione di strumenti della tradizione
Eventi Dal 3 al 5 agosto la manifestazione marchigiana. Tra gli appuntamenti: 40 workshop, 10 corsi per la diffusione di strumenti della tradizione
Per passare dalle Marche all’Umbria si raggiungono le Fonti delle Mattinate, 1000 metri dal livello del mare; da lì inizia un ampio altopiano che fu importante crocevia dei romani e zona storica d’insediamento dei Galli Senoni. Al centro dei desolati prati plestini spunta l’Arpa della Rinascita, un manufatto scenico alto 16 metri a ricordare il sisma del 2016 e dove attorno, ogni anno, viene costruita una città che compare e svanisce nel giro di pochi giorni.
Montelago Celtic Festival è stato paragonato al Burning Man statunitense, circa 20mila partecipanti che anche quest’anno si ritroveranno il 3, 4, 5 agosto a Serravalle di Chienti (MC), per uno dei più importanti festival folk celtico d’Europa, giunto alla ventesima edizione. Nei tre palchi allestiti in un’area di 50 ettari con annesso campeggio libero, 28 concerti, tra cui il baroquecore del francese Igorrr, il pagan folk dei Faun, la band celtic punk tedesca Fiddler’s Green, il metal dei Corvus Corax o il folk dub degli scozzesi An Dannsa Dub. Tenda, kilt e graticola per tre giorni conviviali, dove un pubblico trasversale di famiglie, giovanissimi o partecipanti della prima ora vanno a godersi i tramonti e partecipare alle infinite proposte di ogni tipo: 40 workshop artigianali, 10 corsi musicali per la diffusione di strumenti della tradizione folkloristica europea, l’artigianato, le jam session, sport, gastronomia, gaming, trekking, giochi celtici e letteratura.
IN QUESTA edizione per le conferenze della Tenda Tolkien, il luogo del sapere dedicato al fantasy ma anche dove esplorare il mito, la montagna o le sottoculture, fra gli ospiti ci saranno Vanni Santoni, Orso Tosco, Laura Pugno, Nicoletta Vallorani, Wu Ming 1, Edoardo Rialti, Loredana Lipperini, Roberto Arduini. L’area non è delle più semplici, il terremoto e lo spopolamento sono i temi di chi resta, ma il festival riesce a coinvolgere il territorio. Il direttore artistico Michele Serafini: «Tra ditte specializzate in allestimenti, imprese di servizio, aziende agricole, ristoranti e alberghi direttamente coinvolti, l’indotto del festival è stimato in oltre 1.150.000 euro l’anno a fronte di una compartecipazione pubblica che negli ultimi anni si attesta intorno ai 30.000 euro. Per fare una battuta, il festival rappresenta una sorta di Pnrr in pianta stabile per il territorio che lo ospita. Niente di straordinario ma il frutto di un buon lavoro collettivo».
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