Mondeggi chiama, l’Aspromonte risponde. Mentre a Firenze va in scena il G20 dedicato all’agricoltura, in Toscana e Calabria due manifestazioni gemellate ribadiscono la protesta dei movimenti per la difesa della terra dall’aggressione neoliberista. Un legame non solo ideale unisce le due regioni. Da anni esiste infatti un’efficiente sistema di cooperazione tra i gruppi di acquisto solidale ed i produttori agricoli del centro e sud Italia. Nel capoluogo toscano, mentre i ministri dell’agricoltura delle principali potenze mondiali si riuniscono a Palazzo Vecchio, sui lungarni si raduna una piazza “anticapitalista, queer, transfemminista, contadina ed ecologista”. Poche ore prima, in piazza Ferrucci è stato esposto uno striscione in solidarietà con le operaie e gli operai della GKN.

 

Nel pomeriggio, migliaia di persone percorrono in corteo il lungo cammino fino a Mondeggi, dove da anni opera una rete sociale di autogestione delle produzioni biologiche ed uso responsabile dei beni comuni. “L’idea di dare vita a questa manifestazione – spiega Giovanni Pandolfini – è nata dopo che abbiamo letto la dichiarazione per la vita, con la quale l’EZLN nello scorso inverno ha annunciato la visita della delegazione zapatista che in questi giorni sta iniziando ad attraversare l’Europa. Con grande entusiasmo aderiamo anche noi alla rete La Paz, che in Italia si appresta ad accogliere la gira zapatista. Come i nostri compagni e compagne dei popoli maya, riteniamo che l’agricoltura non possa e non debba dipendere dagli interessi dell’industria chimica e dalle multinazionali dei combustibili fossili.

Ogni giorno mettiamo in pratica un modello alternativo, basato sulla produzione biologica”. Durante la giornata, il corteo toscano effettua due collegamenti in diretta con la manifestazione che in simultanea si svolge in Calabria. Qui la proposta di scendere in piazza è nata su iniziativa del consorzio di produttori Equosud, nello scorso agosto, quando sono andati a fuoco 7mila ettari di boschi, distrutti da incendi dolosi, funzionali ad interessi criminali ancora tutti da chiarire. All’appello per la manifestazione calabrese hanno risposto decine di associazioni della regione. Nel corso dell’assemblea che introduce la marcia tra i boschi, prendono la parola anche persone impegnate in settori lavorativi nevralgici del Parco d’Aspromonte. “Il 40 per cento degli incendi è colposo – ribadisce una guida del Parco.

Gli altri sono tutti dolosi”. I vari interventi al megafono denunciano le responsabilità della regione Calabria, “incapace – secondo i manifestanti – di attuare il piano antincendio, peraltro viziato da paragrafi redatti in copia e incolla”. Soddisfazione tra i promotori della marcia. “Con la manifestazione di oggi –spiega Domenico Tramontana di Equosud – vogliamo rafforzare un cammino comune, che speriamo in poco tempo ci porti ad accorciare l’Italia. Siamo stufi delle distanze simboliche e geografiche tra nord e sud. Per questo, sul terreno della concretezza, stiamo sperimentando sinergie con realtà meravigliose come Mondeggi. Crediamo sia possibile liberare intelligenze e risorse dalle catene della grande distribuzione”. Sul movente che avrebbe armato in Calabria la mano dei piromani nella scorsa estate, Tramontana ha pochi dubbi: “È ancora presto per valutare l’entità degli interessi in gioco. Ma una cosa è certa, chi ha commesso questo scempio si intende di politica. Ed è in grado di prevedere certi scenari”.