Italia

Modifica (in peggio) dell’asilo e lavoro, i piani del governo

Profughi «Facciamo lavorare i profughi nei Comuni che li ospitano». A proporlo è il capo Dipartimento Immigrazione del Viminale Mario Morcone da cui dipende la gestione dell’accoglienza dei migranti nel nostro […]

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 19 agosto 2016
C. L.ROMA

«Facciamo lavorare i profughi nei Comuni che li ospitano». A proporlo è il capo Dipartimento Immigrazione del Viminale Mario Morcone da cui dipende la gestione dell’accoglienza dei migranti nel nostro paese. «Convogliamo nel lavoro i migranti che sono legittimamente sul nostro suolo: i rifugiati o chi ha presentato richiesta di asilo», spiega il prefetto. Aggiungendo che chi, volontariamente, accettasse di prestare le proprie braccia in un lavoro utile alla comunità «potrebbe ottenere un’attenzione diversa nell’accoglienza, come un permesso umanitario». Agricoltura, edilizia e assistenza agli anziani potrebbero essere tre dei settori nei quali i richiedenti asilo potrebbero essere impiegati in cambio di una retribuzione ridotta rispetto a quanto previsto dal contratto. «La decurtazione – prosegue Morcone – servirebbe per recuperare i costi dell’accoglienza».

La proposta non è l’unica sulla quale il governo starebbe lavorando per quanto riguarda i profughi. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando starebbe infatti pensando a una modifica in senso restrittivo delle procedure per i richiedenti asilo abolendo la possibilità di fare appello in caso di respingimento della domanda e istituendo dei tribunali specializzati in modo da rendere più veloci le espulsioni. Nessuna delle due proposte sembra però destinata a vedere la luce in tempi brevi.

Le novità avanzate da orlando farebbero infatti parte di un disegno di legge da presentare nelle prossime settimane e non d un decreto, come pure chiesto al ministro dale opposizioni di destra. Per quanto riguarda la possibilità di far lavorare i migranti, il primo a mostrarsi freddo è stato proprio il ministro degli Interni Angelino Alfano, nonostante l’anno scorso abbia avanzato la stessa proposta ricevendo per questo i soliti attacchi da parte di lega e Forza Italia. Oggi il ministro è più cauto. «Va bene, ma prima gli italiani», fa infatti sapere Alfano. A favore dell’idea si sono schierati invece molti sindaci e alcune Regioni, mentre critiche sono arrivate ancora una volta da leghisti e Forza Italia.

Senza suscitare tanto clamore già oggi sono molti i comuni che utilizzano i migranti in lavori utili. A Torino vengono impiegati in servizi di pulizia della città come spazzare aree verdi e marciapiedi, svuotare i cestini dei rifiuti. E la stessa cosa accade anche a Verona Sarzana, in provincia di La Spezia, Napoli, Bari, Potenza, Pescara. A Firenze il sindaco Nardella ha utilizzato una cinquantina di giovani originari dell’Africa per aiutare nelle operazioni di ripulitura del Lungarno devastato dal maltempo. Tutte situazioni rese possibile da una circolare che lo stesso Morcone nel novembre del 2014 inviò ai prefetti invitandoli a far svolgere un’attività volontaria a i migranti. Un modo, spiegò il prefetto ai suoi colleghi, anche per aiutare l’integrazione dei migranti nel territorio in cui si trovavano.

Unica differenza rispetto al passato è che oggi per la prima volta viene previsto un compenso in denaro. «Le proposte avanzate dal prefetto Morcone sono sperimentabili da subito in Basilicata», è il commento di Pietro Simonetti, presidente della del Coordinamento politiche migranti e rifugiati della Regione che chiede un incontro urgente con lo steso Morcone, le prefettura, Anci e Unione delle Province italiane. Favorevoli fin d subito si sono detti anche i sindaci di Napoli, Palermo e Ventimiglia.

Chi invece stronca la proposta è Matteo Salvini, e lo fa con i soliti toni accesi: «Vallo a spiegare a quattro milioni di disoccupati», dice il leader della Lega. Ce riferendosi a Morcone aggiunge: «Questo è fuori, io lo licenzierei e lo metterei su un barcone».

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