Visioni

Modern Art Trio, la radicale e temeraria visione del jazz

Modern Art Trio, la radicale e temeraria visione del jazzMusicisti jazz in un dipinto di Cynthia Lou Freytag – foto Getty Images

Note sparse Ristampa per l’album del 1971 del trio formato da Franco D’Andrea, Franco Tonani e Bruno Tommaso

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 13 dicembre 2023

Ci sono album che hanno una vita difficile, dischi che riemergono in determinati periodi come a voler riaffermare una validità visionaria, un contributo che si estende nel tempo e valica i confini italiani in una dimensione globale. È il caso di Modern Art Trio (1971) di Franco D’Andrea (piano, piano elettrico, sax soprano), Franco Tonani (batteria, tromba, songwhistle) e Bruno Tommaso (contrabbasso) che a novembre 2023 è risorto per la quarta volta, grazie alla determinazione del produttore discografico e pianista Angelo Mastronardi, titolare della GleAM Records. Il recuperato Modern Art Trio è oggi disponibile in edizione limitata su vinile 180 grammi oppure su cd (distribuito da Ird International).

Sei brani per un percorso collettivo tra contrappunti e frammenti melodici

L’INTERESSE di Mastronardi nasce dai suoi studi di pianista e compositore sul serialismo nel jazz, «quello strutturato di Giorgio Gaslini e quello applicato all’improvvisazione di Franco D’Andrea». L’unico e omonimo album del trio (nato nel 1968 e vivo fino al 1972) fu registrato in origine nell’aprile 1970 per la Vedette Records, con ottimi riscontri di stampa. In particolare D’Andrea e Tonani stavano lavorando alla connessione tra free jazz e serialismo, tanto che nella copertina originale (e in quella oggi ristampata) apparve la scritta «progressive jazz», sottolineandone la valenza innovativa e di apertura. La teoria e la pratica (generativa) delle aree intervallari in Franco D’Andrea – formalizzata oggi anche in un manuale edito da Volontè – ha origine proprio da quegli esperimenti. Bruno Tommaso ricorda, peraltro, come l’album fosse la parte finale di un lungo percorso collettivo del trio per sviluppare un linguaggio ricco di elementi jazzistici modali e tonali unito ad «una concezione musicale contrappuntistica, orizzontale, con incroci di frammenti melodici e di vere e proprie aree intervallari». L’etichetta Vedette ristampò l’album (ancora in lp) nel 1978 e trent’anni dopo (2008) il musicologo Luca Bragalini (in collaborazione con Marcello Piras) ne curò l’edizione in cd (anche lp) per la Dejavu Records – con un suo corposo e importante saggio – a partire dal long playing originario.

L’ATTUALE edizione per lOggi nea GleAM Records si avvale, invece, del recente e fortuito ritrovamento del nastro originale da parte dell’editore del 1970, Luca Sciascia. Mastronardi ha commissionato restauro sonoro e masterizzazione accurati al fonico Jeremy Loucas presso il Sear Studio B di New York.
Nel ricco booklet si trovano foto, locandine, partiture più una prefazione di Mastronardi e il saggio del 2008 di Bragalini. Fruscii e rumori sono scomparsi e i sei brani (tre di D’Andrea, due firmati D’Andrea/Tonani più una composizione di G.Gershwin) si ascoltano nel loro sperimentale, visionario splendore.

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