Lavoro

«Mobilitazione europea»: la Ces sposa la linea Cgil. E la Cisl si astiene

«Mobilitazione europea»: la Ces sposa la linea Cgil. E la Cisl si astieneIl segretario della Cisl Luigi Sbarra assieme al segretario della Cgil Maurizio Landini in una foto di repertorio – Foto LaPresse

Sindacati Divisi Concluso a Berlino il congresso della confederazione. Landini festeggia: «Andremo avanti anche in Italia» Oggi assemblea con le associazioni

Pubblicato più di un anno faEdizione del 27 maggio 2023

Il congresso della Ces di Berlino ha approvato l’ordine del giorno proposto dalla Cgil che chiedeva una mobilitazione europea. Gli unici tre sindacati ad astenersi nel voto sono stati la Cisl, il piccolo sindacato svedese Saco e anche quello di San Marino.

Certo, si tratta di un «ordine del giorno». E l’astensione non è un voto contrario. Detto questo però la valenza italiana è molto forte. A pochi giorni dall’ultima delle tre piazze di mobilitazione unitaria Cgil, Cisl e Uil, la confederazione guidata da Gigi Sbarra manda un segnale inequivocabile: non vuole continuarla.

Dal lato opposto Landini – che nel suo intervento di quattro minuti di martedì ne aveva fatto l’elemento centrale – porta a casa un risultato importante. Che subito si “rivende” internamente: la mobilitazione andrà avanti in Europa e in Italia, tanto che questa mattina il segretario della Cgil terrà un assemblea a Roma con «un’ampia rete di associazioni laiche e cattoliche», contrarie alla guerra e all’autonomia differenziata, per rilanciare le piazze al più presto sotto lo slogan ‘Insieme per la Costituzione’. «Sarà l’occasione per discutere dei temi relativi alla difesa e all’attuazione della Costituzione, a partire dai diritti al lavoro, alla salute e all’istruzione. Di come contrastare le misure che il governo si appresta a varare, a partire da quelle che – se non fermate – sono destinate a scardinare le fondamenta stesse dell’impianto della Repubblica, come l’autonomia differenziata, rilanciata con il ddl Calderoli, e il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo che ridurrebbe ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale», scrive la Cgil. Che conclude: «L’assemblea sarà l’occasione per definire un percorso comune di iniziativa e mobilitazione». Riecheggiando la «Coalizione sociale» che Landini lanciò ai tempi della Fiom.

Nel festeggiare la vittoria europea Landini è poi stato molto chiaro. «Il XV congresso della Ces si è concluso (con la conferma della moderata segreteria irlandese Esther Lynch con una segreteria più giovane di cui fa parte Giulio Romani della Cisl, ndr) nel miglior modo possibile: tutti i sindacati europei, tutte le federazioni europee di categoria e l’intero gruppo dirigente appena eletto hanno condiviso la proposta della Cgil di avviare un percorso di mobilitazione europea”. Al centro della mobilitazione, sottolinea il leader della Cgil, «il contrasto al ritorno dell’austerità; il lavoro sicuro e dignitoso, e quindi la lotta alla precarietà; l’aumento dei salari e delle pensioni; un fisco equo che redistribuisca i profitti; la difesa dei servizi per garantire in primis i diritti alla salute e all’istruzione pubblica. Vogliamo affermare in Europa un nuovo modello di sviluppo che dia reali opportunità ai giovani, cancelli le differenze salariali tra uomini e donne, che includa e non lasci indietro nessuno. Affinché non siano i lavoratori a pagare nuovamente il prezzo di questa ennesima crisi – prosegue Landini – abbiamo proposto all’intero movimento sindacale europeo di mobilitarsi su questi temi fin da subito, a partire da giugno, in ognuno dei nostri paesi, nei modi e nelle forme che decideremo nazionalmente, per arrivare ad un grande momento comune in autunno. E il movimento europeo dei lavoratori e dei pensionati ci sarà». «Dopo le straordinarie manifestazioni di maggio andremo avanti con ancora più forza e convinzione perché – conclude il segretario generale della Cgil – le nostre rivendicazioni ora vivono nella mobilitazione del movimento dei lavoratori che ha superato i confini nazionali».

A dividere Cgil e Cisl c’era soprattutto l’idea di dove e come manifestare. La Cgil spingeva per lanciare per la prima volta manifestazioni in contemporanea in tutta Europa. La Cisl per ripetere una (piccola) mobilitazione di apparato davanti alla sede della commissione Europea a Bruxelles. Due visioni molto lontane su come mobilitarsi. E difficilmente conciliabili. In Italia e in Europa.

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