Il 1963 fu anno memorando: accanto alla Cognizione del dolore di Gadda apparvero Marcovaldo di Calvino, Lessico famigliare della Ginzburg e La tregua di Primo Levi, Diario minimo di Eco e Fratelli d’Italia di Arbasino, Rien va di Landolfi e Capriccio italiano di Sanguineti, Libera nos a Malo di Meneghello e La dura spina di Renzo Rosso: tutti rimasti negli annali, a non dir d’altro. Ma proprio non passò inosservato l’esordio di Luigi Malerba (1927-2008) con un titolo che, visto da oggi, può essere assunto quasi, simbolicamente, a programma suo e di quell’anno fatale. La scoperta dell’alfabeto, poi modificato variamente...