Economia

Mittal e sindacati tornano a parlarsi, ma la vertenza è ancora per aria

Mittal e sindacati tornano a parlarsi, ma la vertenza è ancora per ariaLavoratori Mittal a Taranto – Foto LaPresse

Ex Ilva A Taranto scioperi indetti oggi e lunedì. Fim, Fiom e Uilm chiedono al Mise una convocazione sull’ingresso di Invitalia

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 4 settembre 2020

Un incontro informale che è servito a riannodare i fili di un dialogo che si era interrotto lo scorso 25 maggio. Che ha però lasciato una grande distanza tra l’ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli e i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm.
Luogo del vertice, che in un primo momento doveva restare segreto, le stanze dello studio legale Cleary Gottlieb (che segue la multinazionale nella vicenda ex Ilva) in piazza di Spagna a Roma. Ma lo scenario non ha aiutato a sciogliere i nodi di una vertenza che continua a navigare nell’incertezza più assoluta. Se infatti da un lato la Morselli ha preso l’impegno a voler instaurare un confronto costante e diretto con i sindacati, coinvolgendoli anche quando la trattativa non li vedrà al tavolo e un aggiornamento sugli assetti produttivi dove si registrano timidi segnali di ripresa, dall’altro è altrettanto vero che le organizzazioni sindacali sono tagliate fuori dalla trattativa in corso tra la multinazionale e il governo (tramite Invitalia e la task force guidata dall’ex commissario Laghi), che riprenderà a ritmo serrato soltanto dopo le elezioni regionali in Puglia.
Motivo che ha spinto i sindacati a chiedere anche ieri il rispetto dell’accordo del 2018 e la convocazione da parte del Mise, unico garante dell’intesa riconosciuta da Fim Fiom e Uilm, sollecitando il governo a scoprire definitivamente le carte, evitando di continuare con dichiarazioni spesso contraddittorie e irrealistiche sul futuro del siderurgico tarantino.
Piccola schiarita invece nel mondo dell’indotto del siderurgico, dove le azienda associate alla sezione locale di Confindustria lamentano il ritardo dei pagamenti sullo scaduto, che ammonterebbe a 38 milioni. Dall’11 settembre una cabina di regia coordinata da Palazzo Chigi proverà a mediare tra le parti.
«Vista la situazione delicata di questa fase, l’azienda ci ha chiesto di ristabilire delle relazioni sindacali, anche se non sappiamo nulla del futuro e soprattutto se ArcelorMittal ci sarà ancora in Italia dopo novembre. Negli stabilimenti c’è sicuramente caos, tanta gente è in cassa integrazione e c’è conflittualità», ha dichiarato la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David, al termine dell’incontro sull’ex Ilva. «Il punto che abbiamo posto – spiega la leader della Fiom – è che l’azienda deve avere deve avere rapporti proficui con i territori, con le strutture sindacali e con i delegati. Rapporti che sono stati carenti in tutti questi mesi, tanto che ci sono degli scioperi indetti nei prossimi giorni».
Il primo si terrà oggi e il secondo lunedì, entrambi confermati proprio ieri dopo l’ennesimo tentativo di dialogo andato a vuoto tra azienda e sindacati metalmeccanici locali. A dimostrazione del fatto che il clima è tutt’altro che idilliaco. E che la soluzione di una vicenda che si trascina oramai da oltre otto anni, è più complessa e lontana che mai.

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