Missili ipersonici: rivoluzione militare o sviluppo evolutivo?
Nuova guerra fredda Se gli Usa avessero un qualche pretesto per progettare lo schieramento di nuovi missili, eventualmente ipersonici, in Europa, non è affatto quello che dichiarano: una tale operazione avrebbe l'unico scopo di aggravare ulteriormente la minaccia aggressiva nei confronti di Mosca
Nuova guerra fredda Se gli Usa avessero un qualche pretesto per progettare lo schieramento di nuovi missili, eventualmente ipersonici, in Europa, non è affatto quello che dichiarano: una tale operazione avrebbe l'unico scopo di aggravare ulteriormente la minaccia aggressiva nei confronti di Mosca
Se ci fosse una base per un progetto pericolosissimo e destabilizzante di schieramento di missili Usa in Europa, non è certo l’allarme, che risale al 2018 per lo schieramento dei missili russi Avanguard con testate costituite dai nuovi veicoli ipersonici, i quali avrebbero l’eccezionale capacità di penetrare le difese antimissile: statunitensi, poiché Mosca e Pechino sono a un livello molto più arretrato di sviluppo.
Merita dunque smontare questa tesi, avvalendosi delle analisi dei maggiori esperti. Non vi è dubbio che il campo delle armi ipersoniche alimenta la nuova corsa agli armamenti e grandi sfide tecnologiche (aspetti fluidodinamici altamente non lineari, alterazioni chimiche dell’atmosfera, innesco di processi di ionizzazione, produzione di nuovi materiali speciali, sistemi di guida ad alta precisione, ecc.).
Gli interessi in gioco sono colossali e vanno ben oltre motivati scopi militari. Come del resto avvenne quando nel dicembre di 20 anni fa il presidente Bush Jr. disdisse il trattato Abm e diede il via alla colossale impresa di sviluppare il sistema multi-layered di difese antimissile.
Vale la pena partire proprio da queste, poiché la vulgata esagera verosimilmente le capacità delle difese missilistiche. In un’epoca di fiducia pressoché illimitata nella tecnologia non sembra facile pensare che non esiste un congegno tecnico infallibile. Internet abbonda di notizie di test falliti di intercettazioni missilistiche, anche se queste passano in secondo piano: c’è da chiedersi però cosa accadrebbe se un missile intercettore fallisse il bersaglio di un missile attaccante.
Sul tema complesso lasciamo la parola a fonti autorevoli. Un articolo del Bulletin of the Atomic Scientists di un anno fa precisa: «Primo, le difese missilistiche rimangono nella loro infanzia, gli Stati Uniti sono l’unico paese che possiede un numero significativo di sistemi di difesa missilistica schierati. Secondo, le capacità degli Usa sono dirette esplicitamente a dissuadere la Corea del Nord e l’Iran, non a competere con avversari come la Russia o la Cina…Infine rimane poco chiaro se le tecnologie esistenti di difesa missilistica degli Usa sono così efficaci come vorrebbero i decisori politici».
Il documento ufficiale Missile Defense Review dell’ufficio del Segretario della difesa del 2019 conferma: «Le difese missilistiche attuali forniscono una protezione significativa contro potenziali attacchi di missili balistici della Corea del Nord o dell’Iran al territorio degli Usa, e se necessario aiuteranno ad anticipare le minacce missilistiche da stati canaglia».
Precisato questo, l’innovazione dei missili ipersonici sono davvero la rivoluzione che si dice? E il Bulletin aggiungeva: «Nel futuro immediato lo schieramento di Mosca di missili nucleari ipersonici cambia poco…la vulnerabilità degli Usa a un attacco nucleare dalla Russia è nel gennaio 2020 la stessa che era nel novembre 2019, prima che la Russia schierasse questa classe di armi. Il fatto che sia Washington che Mosca contino sulla loro rispettiva vulnerabilità – non sulle tecnologie di difesa missilistica – per dissuadere la guerra nucleare rimane inalterato».
Un report di Science & Global Security dello scorso gennaio argomenta addirittura che «i missili ipersonici sono più vulnerabili di quelli attuali»: rigorosi «modelli computazionali del volo dei missili ipersonici boost-glide mostrano che essi percorrono distanze intercontinentali più lentamente di missili balistici paragonabili che volano su traiettorie basse, e che essi rimangono visibili ai sensori basati a terra per la maggior parte del volo.
Limiti fisici fondamentali imposti dal volo atmosferico a basse quote rendono i missili ipersonici uno sviluppo evolutivo, non rivoluzionario, rispetto alle tecnologie missilistiche esistenti. Percezioni errate della loro efficienza derivano dai processi sociali con cui le organizzazioni che li costruiscono fabbricano fatti tecnici erronei che favoriscono continui investimenti».
Se gli Usa avessero un qualche pretesto per progettare lo schieramento di nuovi missili, eventualmente ipersonici, in Europa, non è affatto quello che dichiarano: una tale operazione avrebbe l’unico scopo di aggravare ulteriormente la minaccia aggressiva nei confronti di Mosca, che si rafforza coinvolgendo sempre più la Nato e sancendo la subalternità dell’Europa. È importante tenere ben presenti questi fatti per contrastare comunque ogni pretesto: dopo la rimozione nel 1987 dei missili a raggio intermedio in Europa, sarebbe un ulteriore passo per ritornare ai periodi peggiori della Guerra fredda.
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