Come risposta allo sciopero unitario di dodici giorni fa non è male. Stellantis ieri ha comunicato ai sindacati che la Carrozzeria di Mirafiori sarà chiusa per l’intero mese di maggio.
Il ricorso a nuova cassa integrazione riguarda il reparto simbolo dello stabilimento torinese, già alle prese col Contratto di solidarietà dal 23 aprile al 4 agosto per tutti i 1.174 dipendenti.

PERTANTO L’ATTIVITÀ lavorativa sui modelli Maserati e 500 Bev che sarebbe dovuta ripartire il 7 maggio, sarà prolungata e riprenderà il 3 giugno. «Uno pensa di aver raschiato il fondo del barile e invece non c’è mai fine al peggio. Questa fermata di un intero mese è l’ennesimo schiaffone dato alle lavoratrici, ai lavoratori e alla città di Torino in generale che vedrà peggiorare la situazione economica con le inevitabili ricadute sull’indotto», hanno detto Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino e Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom Cgil. Questa, dicono Lazzi e Mannori, «è la dimostrazione che un unico modello per Mirafiori non basta, è troppo poco, serve una diversificazione di modelli e gamme in modo tale che, se uno non tira, è compensato da un altro che va meglio. Inoltre, questa chiusura rende evidente che i reparti di corollario, come il riciclo dei componenti del motore, i cambi ibridi e il testaggio delle batterie non sono determinanti al rilancio di Mirafiori e alla cessazione degli ammortizzatori sociali. Non c’è più tempo, il governo deve incalzare Tavares per aprire una trattativa con le organizzazioni sindacali», concludono i fiommini.

MA A RENDERE IL TUTTO ancora più farsesco sono arrivate le veline aziendali. Secondo fonti Stellantis, «la sospensione è legata all’assenza di ordini per le vetture elettriche a causa del perdurare dell’assenza degli incentivi in particolare in Italia dove sono stati annunciati da mesi ma non sono ancora entrati in vigore».

Motivazione anti governo Meloni e ministro Urso – che il decreto sugli incentivi lo ha promesso a gennaio e ancora non l’ha emanato – manda su tutte le furie Fratelli d’Italia. «È un duro colpo per i lavoratori ma è ancora peggio la giustificazione addotta che è assolutamente falsa perché gli incentivi sono rivolti a segmenti popolari, non alla Maserati, mentre la stessa 500 elettrica ha da sempre un mercato estero. La verità è che Stellantis vuole soltanto continuare a massimizzare gli utili, come dimostrano i lauti dividendi agli azionisti e, soprattutto, i significativi compensi ai manager. In Stellantis sappiano, però, che con il governo Meloni simili affronti non hanno effetto», dichiara la senatrice Anna Maria Fallucchi.

Anche sul fronte sicurezza sul lavoro le cose vanno molto male negli stabilimenti italiani. Ieri sono state decisie otto ore di sciopero unitarie per martedì 30 aprile a Pomigliano per protestare contro «le carenze sulle norme di sicurezza», mentre sempre ieri incidente sul lavoro ad Atessa, nella stessa area in cui c’era già stato un precedente il 16 ottobre. A denunciare il caso la Fiom che ha proclamato subito un’ora di sciopero.