Politica

Minoranza, presto una nuova direzione

Minoranza, presto una nuova direzioneIl ministro (uscente) Andrea Orlando

Democrack Dopo il primo giro di consultazioni al Quirinale il correntone dei 'collisti' potrebbe subito chiedere una ridiscussione della linea del 'tocca a loro'

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 1 aprile 2018

L’ultima volta, all’elezione dei presidenti dei gruppi parlamentari, non si sono contati. È bastato un applauso per eleggere, appunto «per acclamazione» i due renziani Delrio (alla camera) e Marcucci (al senato). Ma la conta non potrà essere rimandata a lungo. Già alla fine del primo giro di consultazioni al Quirinale, che inizierà mercoledì 4 aprile, quando il Pd esporrà la linea dell’opposizione «a prescindere», il «correntone» anti-Aventino potrebbe chiedere la riconvocazione dei gruppi per discutere di come il Pd dovrà presentarsi alla probabile seconda convocazione. Intanto è guerra di posizione fra renziani e non. I ministri Franceschini e Orlando negano di voler offrire i propri voti ai 5 stelle ma propongono la linea dell’«opposizione responsabile». Così Francesco Boccia, area Emiliano: «Se ci sono temi che condividiamo, perché mai dovremmo chiudere ai 5stelle?». Dall’altra parte i renziani ormai tifano apertamente per il «tanto peggio» ovvero per la rapida nascita di un governo M5S-Lega.

L’esatto contrario di quello a cui punta il «correntone»: il fallimento delle ipotesi giallo-verdi e la formazione di un governo a guida civica o istituzionale, di personalità gradite a M5S, Pd e Leu. Ipotesi esilissima dal punto di vista della fattibilità dei numeri. Un retroscena sulla Stampa ha anche indicato un possibile premier: Giorgio Lattanzi, presidente della Corte Costituzionale.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento