Mininni: sostenibilità  ambientale da contrattare
La relazione di Giovanni Mininni al congresso Flai Cgil
Lavoro

Mininni: sostenibilità ambientale da contrattare

Congressi Cgil Prima giornata del congresso Flai Cgil a Roma. «Il ministro Lollobrigida non ha neanche risposto all'invito, comincia male»
Pubblicato più di un anno faEdizione del 8 febbraio 2023

«Contrattare la sostenibilità ambientale». È la sfida innovativa lanciata dal segretario generale della Flai Cgil Giovanni Mininni nella relazione che ha aperto il VIII congresso della categoria che dal 1988 ha riunito i braccianti con i lavoratori dell’industria agroalimentare.

La tre giorni, aperta dai toccanti interventi delle giovani Samira, originaria dell’Iran, e di Maryam, rifugiata afghana, e dedicata «a tutte le donne uccise per femminicidio», è stata l’occasione per fare il punto dei quasi quattro anni di segreteria di Mininni, eletto per il passaggio di Ivana Galli in segreteria confederale da Maurizio Landini.

Mininni è stato il primo a portare Landini in udienza da papa Francesco per l’impegno della Flai come «sindacato di strada» nella lotta al caporalato e per i diritti dei braccianti migranti il 15 giugno del 2019. Nella sua relazione Mininni («pur non essendo credente») ha più volte citato l’impegno comune con le associazioni cattoliche e la richiesta di papa Francesco «a fare rumore», auspicando una nuova mobilitazione contro la guerra.

Ma il centro del suo discorso, pacato ma fermo, è stato il tema ambientale: «La filiera agroalimentare produce il 36% delle emissioni – ha spiegato Mininni – dobbiamo farcene carico impegnando le imprese a cambiare modo di produzione con energie rinnovabili tramite la contrattazione».

Mininni ha chiesto ai 400 delegati riuniti al Marriot park hotel di Roma di fissare altre due «priorità» nel documento congressuale: «rafforzamento del salario e lotta alla precarietà visto che in agricoltura si sta assottigliando la quota già del solo 10% di contratti a tempo indeterminato».

La situazione nel settore non è semplice. Il contratto nazionale dell’industria alimentare del luglio 2020 è «stato conquistato dopo scioperi e mobilitazioni in piena pandemia con la spaccatura delle organizzazioni datoriali». Tre su 12 non lo hanno mai firmato e ora, in vista del rinnovo, Assica (organizzazione delle aziende delle carni e salumi) chiede un nuovo contratto, appoggiata da Confindustria. «Risponderemo unitariamente con Fai Cisl e Uila (criticati per le loro «autoproclamazioni» su rappresentanza e bilateralità, ndr) alla lettera di disdetta di Confindustria, ma Assica sappia che così di va dritti dritti verso 12 contratti specifici: è inaccettabile perché significa dividere i lavoratori con contratti di serie A e B».

Ultima stoccata per il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Lollobrigida: «Lo abbiamo invitato al congresso e non s’è nemmeno degnato di rispondere. Ce ne faremo una ragione ma così comincia male», avverte Mininni.

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