Visioni

Mille variazioni della danza tra maschere e corpi in un tempo sospeso

Mille variazioni della danza tra maschere e corpi in un tempo sospesoCoreografia da «Relative Calm» – foto di Lucie Jansch

A teatro Approda nela mirata stagione del Lac di Lugano «Relative Calm» di Bob Wilson e Lucinda Childs

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 16 dicembre 2023

Un pianeta argenteo scende lentamente in direzione obliqua scorrendo su un filo dall’alto di una quinta, per risalire poi verso la parte opposta, accompagnando con andamento silenzioso le variazioni della danza e le luminose proiezioni dello sfondo. La musica è tutt’uno con il fluire delle luci, il disegno della coreografia, l’andare dei corpi: quella sorta di trance che accompagna il miglior minimalismo, esaltazione cangiante di un processo compositivo in cui la mutazione porta sempre dentro di sé la cellula essenziale dell’inizio.
È il movimento che abita Relative Calm, primo titolo dell’omonimo spettacolo in forma di trittico che riporta la mente e il sentire dentro il percorso lucido, foriero di miriadi di immagini scevre da banalità e orpelli di contorno, di due giganti della scena dal secondo Novecento, Bob Wilson e Lucinda Childs, un titolo per tutti: Einstein on the beach del 1976.

COPRODUZIONE di ampio respiro, Relative Calm è partita un anno e mezzo fa all’Auditorium Parco della Musica di Roma: una lunga tournée internazionale approdata questa settimana nella mirata stagione di danza del Lac di Lugano, in scena con bella convinzione dodici danzatori del Mp3 Dance Project di Michele Pogliani, danzatore e coreografo cresciuto negli anni Novanta a New York con la magnetica Lucinda. Lei, nella sua eleganza punteggiata da un humour sottilissimo, appare, iconica, nei due «knee plays» (così Wilson ha sempre chiamato i momenti di passaggio tra le scene dei suoi spettacoli) che fanno da separazione tra i tre pezzi, recitando estratti dai Diari di Nijinsky (al debutto a Roma erano testi di Susan Sontag) mentre alle spalle in proiezione corrono a ralenti un favoloso ghepardo o branchi di bisonti. «I’m not afraid of anything. I want death. I’m not Christ. I am Nijinsky». Stupenda.

Nel progetto anche la rivisitazione di due coreografie dove i due artisti lavorarono insieme

La versione originale di Relative Calm risale al 1981, musica di Jon Gibson, disegni di Wilson, coreografia di Childs, di cui, nel trittico attuale, viene eseguita la prima parte, Rise. Ancora oggi è ipnotico quel coreografare senza posa su linee diagonali, frontali, verticali, le braccia ora aperte, ora richiuse, i giri su se stessi, la gamba tesa che ruota nel bacino. La danza si intreccia con le linee bianche delle proiezioni in movimento di Wilson, illudendo lo sguardo sulla mutevolezza della profondità spaziale mentre gli arpeggi scandiscono la musica entrando dentro i corpi. Gli anni Ottanta del Novecento e la ricerca minimalista riecheggiano anche in Light Over Water, partitura di John Adams.

LE FORME in proiezione sono ora cerchi pieni, un sole arancio che si moltiplica come in un magico pallottoliere mentre la danza fugge in orizzontale in costante variazione. Tra i due lavori la creazione 2022 Pulcinella su musica di Stravinsky. Qui Childs e Wilson piegano il nitore del loro timbro a un icastico gioco di maschere, dove i contrasti tra il rosso e il nero dei costumi e delle luci si sposano a una sorta di meccanizzata danza di corte intorno al personaggio centrale: un Pulcinella dal volto bianco, lucente nella sua ambiguità.

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