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Milano, ci mancava la pioggia. Caos all’ospedale militare di Baggio

Milano, ci mancava la pioggia. Caos all’ospedale militare di BaggioMilano, fila per i vaccini al centro dell’esercito di Saint Bon – LaPresse

Lombardia File interminabili e hub vuoti, il sistema di prenotazioni fa acqua

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 13 aprile 2021

Due lunghe code di anziani, assembrati e sotto la pioggia, hanno inaugurato il primo giorno di «vaccinazioni di massa» all’hub dell’ospedale militare di Baggio, a Milano. Davanti all’ingresso di via Saint Bon, la calca di ultra 75enni e qualche ottantenne con l’appuntamento per la somministrazione del farmaco. Un’attesa durata oltre un’ora. Ombrelli, auto bloccate nel traffico tra chi si trovava a passare per caso e chi accompagnava un familiare anziano o disabile. «Code fisiologiche dovute alla pioggia», spiegano i responsabili della struttura. «Le persone fuori aspettavano di essere chiamate per la firma del consenso informato e la somministrazione. Una volta che le tende dell’accettazione erano piene, abbiamo dovuto far attendere per evitare assembramenti», continuano. Ma gli assembramenti si sono creati fuori. «Molti si sono presentati in anticipo», provano a smarcarsi da Asst. Non sono mancati disagi «collaterali», complice la folla e il fondo stradale scivoloso. Una signora appena vaccinata è scivolata dal marciapiede per evitare un passante. La caduta sull’asfalto le ha provocato una frattura al polso. A metà mattina è intervenuta anche la Polizia locale per regolare il traffico. Ma ormai il danno era fatto.

Che la struttura (gestita da Asst Santi Paolo e Carlo con l’Esercito Italiano) non abbia saputo organizzare il potenziamento delle linee vaccinali, passate da 6 a 12, annunciato da Regione Lombardia, è evidente. Come commenta il consigliere regionale e capogruppo del M5s, Massimo De Rosa: «L’assessora Moratti ha promesso che in due settimane vaccinerà tutti gli over 75. Riflettesse sui numeri reali: due ore di attesa sotto la pioggia, per ricevere il vaccino nonostante l’appuntamento. I vertici regionali affrontino i problemi della realtà invece che alimentare false promesse e propaganda», conclude De Rosa.

La situazione è ancor più paradossale se si pensa che altri hub, non solo a Milano, si sono registrati afflussi notevolmente inferiori, pur disponendo di spazi più ampi. Un esempio è quello della Fabbrica del Vapore. La scorsa settimana, nel polo vaccinale di via Procaccini, medici e volontari avevano segnalato la mancanza di pazienti. «Dopo averli invitati a presentarsi (alla Fabbrica, over 80 e disabili al 100% accedono senza prenotazione, ndr) abbiamo vaccinato fino alle 14. Terminati i prenotati e non esistendo liste d’attesa, abbiamo dovuto chiudere», ha spiegato un vaccinatore. Stessa situazione anche altrove. Gli appuntamenti, poi, sono stati gestiti fino ad ora con il criterio della casualità: Aria inviava i 90enni residenti a Milano all’hub vaccinale di Binasco (22 chilometri dal centro). Il caos di quegli appuntamenti persiste tuttora. «Vorrei spostarlo in un altro centro, ma non so come fare», raccontano alcuni anziani. Resta il nodo weekend; sabato scorso – a detta dei volontari – l’affluenza è stata scarsa. Il presidente Fontana intanto annuncia la soglia delle 47 mila dosi al giorno, mentre restano ancora da vaccinare gli ultra 80enni allettati. «Li vaccineremo nelle prossime settimane», ha commentato il governatore.

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