Ancora, e ancora. Migliaia di morti, più di mille in pochi giorni. Oggi ancora quanti? Scandalizzati per la cifra tonda degli ultimi settecento, abbiamo già archiviato i quattrocento della scorsa settimana. Ma almeno oggi la politica, scossa, si interroga e organizza “vertici”, e soprattutto le polemiche si fanno infuocate: è il solito dibattito che fa vomitare. Difficile trattenersi anche facendo un’accurata selezione.

Dopo il commosso minutino di silenzio del parlamento, a parte il presidente del Consiglio che non sa più cosa dire e dichiara guerra agli “schiavisti” con “interventi mirati”, domina il solito fastidioso chiacchiericcio che sempre prende le mosse dalle dichiarazioni di Matteo Salvini. La star mediatica del raccapriccio su ordinazione dispensa orrore con mestiere, è per questo che lo intervistano ogni quindici minuti e i suoi avversari tirano un bel sospiro di sollievo avendo gioco facile a sentirsi (un po’) migliori. Gli auto proclamatisi democratici o antirazzisti che governano l’Italia, e che sospendendo l’operazione Mare Nostrum hanno condannato a morte migliaia di persone, oggi avrebbero forse qualcosa di sensato da dire se non si limitassero a replicare a Matteo Salvini? Probabilmente no. Se non ci fosse, in giornate come queste uno così bisognerebbe inventarlo. Dice che “l’ipocrisia di Alfano e Renzi provoca morti”, gli rispondono che si tratta di “sciacallaggio politico a fini elettorali”. Questo il livello.

Al capo branco della destra basta un tweet per dettare la linea agli altri ventriloqui che seguono a ruota. Per contro, si leva sempre alto il coro esecrante del Pd di proprietà di Matteo Renzi. Sul tavolo oggi resta una proposta, il “blocco navale”: una idea idiota, crudele e assassina. Ma i sinceri democratici trovano anche il tempo di scandalizzarsi per l’“offesa” del solito Salvini: avrebbe detto che la nostra marina si sta sostituendo agli scafisti. “Si vergogni, chieda scusa”.

Il più in difficoltà ad avere mezza idea è il povero Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia. Se il capo in disarmo propende per il basso profilo – “non è il momento delle polemiche”, dice Berlusconi – tocca a lui farsi sentire con Matteo Renzi che ha escluso un pattugliamento armato in acque internazionali per respingere in Libia persone che affogano. “Quando parliamo di blocco navale – ha spiegato Toti – non è un’azione di guerra, semmai è un’azione umanitaria e serve a non far partire quelle persone che muoiono nel mediterraneo. L’atto di guerra non sono le partenze, l’atto di guerra verso l’Italia è questo mare di persone che stanno invadendo le nostre città e che noi non possiamo ricevere”. Qui somiglia un po’ al leader della Lega, ma è sempre meglio l’originale.

La sbrigativa Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), lei, lo dice da mesi, e sarebbe pronta anche a “preparare semplici slide” per spiegare il suo Risiko al presidente del Consiglio: “In Libia esiste un governo legittimo riconosciuto dalla comunità internazionale, un blocco navale a ridosso delle coste libiche non è un atto di guerra”. La soluzione non dispiace neppure al vice presidente del Senato Calderoli, quello delle magliette contro l’Islam: “Serve un blocco navale internazionale immediato davanti alla Libia, pattugliamenti, respingimenti e la realizzazione di campi sulle coste africane per consentire solo a coloro che hanno diritto di richiedere lo status di rifugiato politico di venire in Europa, suddivisi tra tutti i paesi”. Per caldeggiare la soluzione neo coloniale si scomoda anche un sindacato di polizia, il Lisipo. L’ipotesi del blocco navale, che nella sua rozzezza rischia di diventare popolare, però è stata liquidata da Karim Mezran, membro del “think tank” americano Atlantic Council: “Il punto vero è il controllo del territorio libico, fintanto che sarà una terra di nessuno, in cui chiunque può passare, queste organizzazioni criminali continueranno a portare qui i migranti”.

Dopo anni di tragedie l’unico intervento sensato – aprire corridoi umanitari, andare a prendere i migranti, assisterli nei paesi europei – purtroppo non sembra interessare il dibattito politico. Deve essere che su questo la pensano tutti allo stesso modo, Salvini, Renzi, Alfano…