Offensive? Difensive? Quali armi mandiamo a Zelensky? Domanda che spacca trasversale partiti e movimenti, famiglie e condomini, bocciofile e vicini d’ombrellone. Servi di Biden di qua e amici di Putin di là. E Draghi tace. Eppure c’è un episodio che può aiutarci a capire, risale alla notte tra domenica 26 e lunedì 27 giugno, quando un certo numero di carri armati italiani Pzh 2000 provenienti dalla base militare di Persano nel salernitano che risalgono lo stivale diretti in Ucraina… vengono sbaragliati al casello di Mercato San Severino sull’autostrada Salerno-Caserta! Da chi? Attenzione questa non è una fake-new, né una trovata satirica. Ma andiamo con ordine e per prima cosa immaginiamoci la scena: questi mostri d’acciaio avanzano minacciosi coi loro minacciosi cannoni puntati su autogrill e guardrails, sfondano la sottile resistenza opposta dalle barre automatiche dei caselli e passano oltre senza pagare il pedaggio, impiastricciandosi i cingoli nell’asfalto reso tenero dal sole già rovente d’inizio estate; e vanno, vanno, vanno lenti e nessuno osa sorpassarli. Si forma così una lunga fila attonita e muta dalla quale non si sente volare una mosca, quando… un automobilista distratto e ignaro del pericolo suona il clacson! al che una delle torrette ruota di 180°, gli punta contro il cannone e quello subito ripara in corsia d’emergenza per darsela a gambe tra i campi incolti. A Kiev dunque, a Kiev! E nessuno potrà fermarli… quello che i carristi non si aspettano sono due impavidi poliziotti della polizia stradale (cui daremo i nomi di fantasia Pasquale Zambuto e Ciro Caccamo) che sfoderate le loro palette intimano ALT!

A quel punto questi rudi soldati pronti a tutto, addestrati a fronteggiare obici e droni, elicotteri e mine, bazooka e bombe a grappolo, davanti all’intimazione «patente e libbretto!» restano basiti. Da Caccamo e Zambuto verranno quindi contestate la mancanza della carta di circolazione e certificato di revisione scaduto, (per non parlare dell’assenza di targa e di cinture di sicurezza, aggiungiamo noi). Storditi, i carristi alzano le mani e così Zambuto e Caccamo sbaragliano il battaglione a suon di verbali. E noi iniziamo a capire: quelle che stiamo mandando in Ucraina non sono armi offensive, ne’ difensive… ma inoffensive: armi cioè, che possono essere fermate da un qualunque vigile urbano russo. E così Draghi fa contenti tanto i servi di Biden tanto i filoputin. Restando a Palazzo Chigi wethever it takes.