Metz: pietre, calcinacci e assi di legno per entrare a fatica nella scrittura
Una fotografia di Jacques Borgetto dal libro L’autre versant du monde, Filigranes Editions 2010
Alias Domenica

Metz: pietre, calcinacci e assi di legno per entrare a fatica nella scrittura

Novecento francese Annotazioni secche e frammentarie tra conaca e allucinazione poetica: l’esperienza lavorativa di Thierry Metz (1956-’97) nel Diario di un manovale tradotto dalle Edizioni degli animali
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 18 ottobre 2020
Qual è il segreto di un cantiere? Perché si cammina in bilico sulle impalcature, come equilibristi «così prossimi agli alberi e agli uccelli», al fine di costruire un’abitazione che apparterrà a qualche sconosciuto? Perché ci si arrovella intorno a un lavoro ottuso, mortificante, in cui non riconosciamo le nostre reali attitudini? «Non siamo chiamati a niente perché mancano le parole», suggerisce Thierry Metz nel Diario di un manovale (pp. 224, € 14,00), che appare nell’attenta versione di Andrea Ponso per le Edizioni degli animali. Si tratta del resoconto in prosa (ma è come se i generi per Metz fossero banditi...
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi