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Mestre, in 5mila contro gli inceneritori

Mestre, manifestazione contro gli inceneritori (Foto Linda Maggiori)Mestre, manifestazione contro gli inceneritori – Foto Linda Maggiori

Clima La protesta contro la costruzione di due impianti in uno dei siti più contaminati d'Italia. In piazza decine di associazioni. Il sindaco di Venezia, Brugnaro, attacca i cittadini: «Ideologici e falsi». La replica: «Subito un confronto diretto con la popolazione»

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 2 giugno 2024
Linda MaggioriMESTRE (VENEZIA)

Nel pomeriggio di sabato 1 giugno dalla stazione di Mestre è partito un corteo di oltre cinquemila persone per manifestare contro i due inceneritori in progetto in uno dei Sin (siti contaminati) più vasti d’Italia.

La manifestazione, promossa dal coordinamento No Inceneritore Fusina e preparata da mesi di assemblee cittadine, ha visto tantissime adesioni, da Opzione Zero, a Medicina Democratica, ISDE medici per l’ambiente Veneto, Fridays For Future Venezia-Mestre, Extinction Rebellion, Italia Nostra, Wwf, centri sociali e gruppi politici. Adesioni anche da fuori regione.

I progetti contestati sono due: quello a Fusina di Veritas e dei soci privati del gruppo FINAM che vogliono ampliare l’inceneritore esistente fino a 3 linee. Poi c’è l’inceneritore in progetto di ENI Rewind che prevede due forni per lo smaltimento di 190 mila tonnellate all’anno di fanghi da depurazione provenienti da tutto il Veneto, a poche centinaia di metri dal quartiere di Malcontenta. Un progetto contestato non solo dai cittadini: l’Istituto superiore di Sanità, lo scorso febbraio, interpellato dalla Regione Veneto, aveva dato parere negativo alla valutazione di impatto sanitario presentata da Eni Rewind, giudicando lacunose le analisi e pericoloso il progetto per la salute delle persone. Trattandosi di una zona già molto inquinata, sede del petrolchimico per decenni, secondo l’ISS non è ammissibile l’aggiunta di altre fonti emissive.

La popolazione intorno a Porto Marghera infatti si ammala di più per cause legate all’inquinamento ambientale (+ 18% per le donne, +22% per gli uomini) rispetto alla media regionale. Inoltre c’è tutto il tema degli Pfas presenti in grandi quantità nei fanghi da incenerire. Anche il Patriarca di Venezia, i comuni di Mira, Martellago e Vigonovo hanno espresso dubbi sull’inceneritore.

La conferenza dei Servizi prevista per fine giugno, dovrebbe quindi rimandata. Il sindaco di Venezia Luigi, Brugnaro, è invece convinto della salubrità dell’impianto e in una dichiarazione pubblica ha accusato i cittadini che si oppongono al progetto di essere ideologici e falsi. Parole che hanno infiammato gli animi.

«Se è così tanto sicuro delle sue affermazioni apra subito un confronto diretto con la popolazione, noi siamo pronti ad entrare nel merito di tutte le questioni poste, vediamo poi chi racconta balle» attaccano gli attivisti.

Mattia Donadel, portavoce del coordinamento No Inceneritore Fusina, dichiara: «La Regione Veneto, il Comune di Venezia e la Città Metropolitana continuano ad avallare progetti che aumentano inquinamento e devastazione, con la logica delle zone di sacrificio, dove l’ambiente e la salute della popolazione sono sacrificabili sull’altare del profitto. I fanghi dei depuratori che vogliono bruciare negli inceneritori sono inquinati da PFAS oltre che da diossine, PCB, metalli, idrocarburi. Questi fanghi non si possono utilizzare in agricoltura ma nemmeno bruciare, perché molti di questi composti non si degradano nemmeno ad altissima temperatura, fuoriescono dai camini degli inceneritori disperdendosi nell’ambiente. Si tratta di inquinanti persistenti, bioaccumulabili nell’ambiente e negli organismi viventi».

Gli attivisti contestano anche la cementificazione selvaggia, causata da nuove strade e autostrade, il porto, le grandi navi. «La qualità dell’aria è pessima anche secondo ARPAV e le nostre indagini indipendenti hanno riscontrato livelli molto alti di diossine, PCB e PFAS nelle uova e nei terreni» ribadisce Donadel.

Nadia, che assiste le mamme nella gravidanza e nel puerperio, presente con la sua associazione Nascere Meglio sottolinea: «La diossina e i Pfas si accumulano nel latte materno e ancora prima nel feto che è senza difese, quanti inquinanti abbiamo passato ai bambini?». Presenti anche le Mamme NoPfas dal vicentino.

Le associazioni chiedono lo stop ai progetti di nuovi inceneritori, di inertizzare e stoccare i fanghi in siti controllati, e soprattutto agire alla fonte e mettere al bando i Pfas, sia come produzione sia come utilizzo. «Vogliamo monitoraggi ambientali e l’applicazione del principio di precauzione. Non vogliamo più essere zone di sacrificio, ma di resistenza» ribadiscono.

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