Politica

Merola manda a casa l’assessore Ronchi

Merola manda a casa l’assessore RonchiVirginio Merola

Bologna Finisce con il ritiro delle deleghe lo scontro sullo sgombero di Atlantide. E sull’alleanza con il Pd per le amministrative del 2016 si spacca Sel

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 7 ottobre 2015

«Se un assessore dichiara che il suo sindaco è mal consigliato, che non condivide le sue decisioni e le contrasta pubblicamente, viene meno il rapporto di fiducia indispensabile per continuare la collaborazione». Così il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha ritirato ieri sera le deleghe all’assessore alla cultura Alberto Ronchi. E così si apre anche una crisi politica che va oltre il rapporto che c’è tra i due. Una crisi che potrebbe cambiare l’assetto del centro sinistra bolognese, in ebollizione in vista del voto della primavera 2016, quando i bolognesi saranno chiamati a rinnovare o meno la fiducia nei confronti di Merola e del suo Pd.

Una crisi nata attorno allo sfratto dato dal sindaco ad Atlantide, spazio occupato da più di un decennio da collettivi e gruppi queer, femministi e punk. Attorno ad Atlantide si è sviluppata una battaglia durata mesi, prima in maniera sotterranea, con la destra (anche Pd) pronta a ostacolare la trattativa tra Ronchi e i collettivi, poi in maniera sempre più evidente fino all’epilogo di ieri. E poco importa se a fare precipitare la situazione sia stata la procura con la sua inchiesta sul mancato sgombero: il nodo resta tutto politico.

«Non c’è solo Atlantide – spiegava Ronchi prima della nota del sindaco – C’è un problema politico nel centro sinistra, la città deve decidere da che parte stare sui diritti civili, se con i centristi o con chi quei diritti li garantisce. Mi sembra che il Pd tenga i piedi in due scarpe e che il sindaco, con quello che fa e dice («lobby gay», aveva detto di Atlantide, ndr), stia andando nella direzione sbagliata». Ronchi spiegava di aspettare «eventi esterni» e di guardare alla sinistra del Pd. Galassia per altro in agitazione, con Sel spaccata sull’appoggio ai democratici alle comunali 2016, e la neonata Coalizione civica, guidata da Mauro Zani (segretario regionale prima del Pds e poi dei Ds), che punta a togliere più voti possibile al sindaco e ai dem. «Li vogliamo mandare a casa», il messaggio.

«Il problema è togliere il Pd dal governo delle città», commenta a caldo  Mirco Pieralisi, eletto con una lista guidata da Sel. «Qualcuno crede seriamente che alle amministrative ci siano le condizioni per rinnovare l’alleanza di centro-sinistra?», si chiede Igor Taruffi, capogruppo di Sel in consiglio regionale, che accusa il Pd locale di aver completamente ceduto al renzismo. «Merola caccia Ronchi, è una nostra vittoria», esulta invece il capogruppo di Fi in comune, Michele Facci, che due giorni fa, con un’ordine del giorno pro sgombero votato dai dem, aveva di fatto isolato Sel.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento