Reintroduzione degli appalti a cascata nel settore privato e del massimo ribasso nei bandi di gara. Siluramento del magistrato Bruno Giordano da direttore dall’Ispettorato nazionale del lavoro con annesso rallentamento del progetto di unificazione delle banche dati sui controlli e della selezione per le assunzioni dei nuovi ispettori. Proposta di riduzione delle ore di formazione obbligatoria per i lavoratori e, ultima in ordine di tempo, abolizione dell’obbligo di badge identificativo nei cantieri senza subappalti. Senza dimenticare il commissariamento dell’Inail, nonostante fosse già guidato dal leghista Franco Bettoni.

Il lungo elenco dei provvedimenti del governo Meloni – dei ministri Salvini e Calderone – dimostra come la destra ha reso i luoghi di lavoro, specie i cantieri, più insicuri. Lo testimonia l’aumento degli incidenti e dei morti (non in itinere e cioé nel viaggio da casa al lavoro o viceversa) certificato dall’Inail nel 2023 rispetto al 2022 – saliti da 790 a 799 casi – e ancor di più i dati dell’Osservatorio di Bologna di Carlo Soricelli che cataloga da anni ogni caso di morto sul lavoro, a prescindere dal contratto e dalla classificazione: nel 2023 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro sono stati 986 contro 755 del 2022, pari ad un aumento di oltre il 30%.

AL SILENZIO IMBARAZZATO di venerdì di Matteo Salvini – con la Lega che ha tentato di far passare la fake news della imposizione della commissione sul ritorno del subappalto a cascata mentre si trattava solo di evitare percentuali predeterminate – , ieri ha fatto eco un lungo e arzigogolato comunicato stampa della ministra Marina Calderone.

Dopo la strage dei cinque operai morti nel cantiere dell’ipermercato Esselunga a Firenze, dove Calderone si recherà oggi, la ministra tenta di nascondere le modifiche e promette nuove norme. «Andremo avanti per attuare quanto già adottato da quando il governo si è insediato. Ma altro sarà fatto nei prossimi giorni, in Consiglio dei Ministri, con un nuovo pacchetto di norme per il contrasto al lavoro sommerso, al caporalato e per la tutela della sicurezza nella filiera degli appalti». Un elenco di titoli senza spiegare alcuna norma concreta. Fuffa assoluta.

L’unica promessa specifica è che «le ispezioni nei luoghi di lavoro nel corso del 2024 saliranno da 70 a 100 mila» ma per farlo userà «l’ingresso in organico presso l’Ispettorato del Lavoro di 850 ispettori tecnici nel 2023», deciso dal governo precedente, quello Draghi con Orlando ministro del Lavoro.

Mentre sulla revisione delle 16 ore di formazione obbligatoria per i lavoratori, Calderone sfiora il ridicolo sostenendo che punta «non a uno standard uguale per tutti bensì una migliore profilazione della formazione necessaria» nei vari settori. Ma l’idea del taglio delle ore resta tutta.

IL MINISTERO PROVA A NEGARE l’evidenza sull’ultimo provvedimento, quello sul badge identificativo nei cantieri. Incalzata dal Pd che le chiede di ammettere l’errore e approvare un emendamento soppressivo, Calderone spiega che il disegno di legge Lavoro in discussione in parlamento «non contempla in alcun caso l’eliminazione dell’obbligo», però ammette che la modifica«intende semplificare il quadro normativo abrogando norme pressoché identiche in materia di tessere di riconoscimento». Indica quindi i tre commi che vengono cancellati e scrive che «identico obbligo è già previsto» da una norma che invece rimane in vigore e stabilisce che «nell’ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto o subappalto, il personale occupato dall’impresa appaltatrice o subappaltatrice deve essere munito di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro». Vengono però anche abolite le sanzioni per chi non rispetta le regole: da 100 a 500 euro ai datori di lavoro per ciascun lavoratore; da 50 a 300 euro per il lavoratore che non provvede ad esporre il tesserino.

La responsabile lavoro del Pd Maria Cecilia Guerra ha quindi gioco facile a dimostratore come «il fatto che la norma soppressa dal governo prevedeva il badge “nell’ambito dei cantieri edili”, non solo di quelli in cui si lavora in appalto e subappalto. Quindi, all’esito dell’intervento adottato dal governo, i cantieri che non lavorano in appalto o subappalto restano ora privi dell’obbligo di badge».

Errata Corrige

In un primo momento, per un refuso, era stata accreditata la foto all’Ansa e non ad Aleandro Biagianti. Ci scusiamo con il fotografo e con i lettori.