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Meloni canta vittoria, Lega e Fi si leccano le ferite

Meloni canta vittoria, Lega e Fi si leccano le ferite

Amministrative L’esito delle urne «rafforza l’azione del governo» e sprona l’esecutivo ad «accelerare» sulle riforme. Il giorno dopo il voto in circa 600 comuni la premier Meloni prova a cantare vittoria: […]

Pubblicato più di un anno faEdizione del 17 maggio 2023

L’esito delle urne «rafforza l’azione del governo» e sprona l’esecutivo ad «accelerare» sulle riforme. Il giorno dopo il voto in circa 600 comuni la premier Meloni prova a cantare vittoria: «Il consenso degli elettori ci sprona ad accelerare sulla realizzazione del programma di riforme economiche, sociali e istituzionali», scrive la premier. «Il centrodestra conferma la sua forza di coalizione di governo, il valore della stabilità e della chiarezza di fronte agli italiani». Anche Salvini prova a mostrarsi soddisfatto: «Dopo sei mesi di governo, se quello delle amministrative è anche un giudizio sul governo, per noi è ampiamente positivo». E ancora: «Se il centrodestra ha vinto in più città e la Lega aumenta di 20 i suoi sindaci, ognuno la può interpretare come vuole ma questo è». Così Anche Antonio Tajani, nonostante Fi sia ai minimi storici: «Mi pare che il centrodestra dal primo turno sia uscito vincente. Siamo molto soddisfatti. Adesso siamo al lavoro per i ballottaggi».

Parole che vengono motivate dal 4-2 per le destre alla fine del primo turno, con la conferma dei sindaci a Treviso, Imperia e Sondrio e la conquista di Latina con Matilde Celentano al 70%. Se Fdi si conferma il primo partito della coalizione con largo distacco, in doppia cifra in tutti i capoluoghi al voto, gli alleati soffrono. La Lega è primo partito solo a Treviso col 17%, ma va male in città come Vicenza (6,4%) e Brescia (7,5%). Nella città lombarda, dove Meloni, Salvini e Tajani avevano chiuso la campagna elettorale, la sconfitta brucia: il candidato sindaco era il leghista Fabio Rolfi, già potente assessore regionale, sconfitto al primo turno con 13 punti di distacco. Male la Lega anche ad Ancona (2,9%) e Siena (3,9%), un po’ meglio a Pisa e Massa, tra il 10 e l’11%.

Ancor peggio Forza Italia, che supera il 10% solo a Brindisi (12,2%) e Latina (10,3%) e resta sotto il 5% a Brescia, Sondrio, Siena, Pisa, Vicenza, Massa e Ancona. Cattive notizie per Salvini anche da Terni, in quell’Umbria che nel 2019 si era consegnata al leader leghista con percentuali bulgare: il Carroccio si ferma al 4,3%, dietro a Fdi e anche a Forza Italia (6,5%). Una analisi di Youtrend fa notare come la Lega, rispetto al 2018, sia passata dal 24,7% al 10,3% a Pisa, mentre a Terni il calo è stato dal 29% al 4,3%.

Caso a parte quello di Latina, città dove nel 2021 aveva vinto il centrosinistra con Damiano Coletta, poi decaduto perché non aveva la maggioranza in consiglio comunale. Nelle urne di domenica e lunedì invece le destre hanno fatto l’en plein: FdI al 29,1%, Lega al 12% e Forza al 13%, con la lista di Sgarbi al 15%. I risultati dei ballottaggi ad Ancora, Vicenza e nelle tre città toscane diranno se la soddisfazione delle destre era più o meno fondata.

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