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Meloni a Chi: «Sono d’esempio per le mamme lavoratrici»

Meloni a Chi: «Sono d’esempio per le mamme lavoratrici»La presidente del Consiglio Meloni in Cina – Palazzo Chigi

L'intervista La premier attacca la sinistra e si fa i complimenti da sola. Note distensive verso i Berlusconi

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 7 agosto 2024

A Natale c’è il libro di Bruno Vespa, ad agosto l’intervista sul settimanale Chi. Pochi politici si sono sottratti (il rotocalco Mondadori in estate vende un milione di copie) ma è stata la premier Meloni a farne un appuntamento annuale. La presidente del Consiglio, piuttosto permalosa nei confronti della stampa, è di solito molto restia a incontrare giornalisti. Non con il settimanale guidato per 16 anni dall’amico di vecchia data Alfonso Signorini, ora direttore editoriale, e Massimo Borgnis al quale ogni estate affida il suo bilancio.

I TEMI SONO SEMPRE gli stessi: la fatica connessa al ruolo istituzionale, i viaggi con la figlia (lo scorso anno a New York per incontrare Biden, quest’anno in Cina), la sinistra che la odia, la scelta di definire la sua carica al maschile («non penso che si difendano le donne con battaglie tipo farsi chiamare la Presidenta»), il compagno Andrea Giambruno. Due interviste quasi sovrapponibili, con il consueto tono vittimista che caratterizza la sua comunicazione, in cui l’unica cosa che in teoria è cambiata è il ruolo di Giambruno, ora solo un ex, anche se rimane «il padre migliore che potessi desiderare per mia figlia». «Faremo tutti e tre qualche giorno di vacanza insieme. Per Ginevra ma anche perché siamo ancora amici e ci vogliamo bene – ha detto Meloni nell’intervista – anche se la nostra separazione è definitiva». La leader di Fratelli d’Italia non menziona la causa dell’allontanamento tra i due, anche se c’è molto di politico e poco di personale.

L’ESTATE SCORSA IL GOVERNO si era lanciato, come oggi, nella tassa sugli extraprofitti che causò il malumore di diversi istituti bancari. Incluso Mediolanum, cassaforte della famiglia Berlusconi. A ottobre il first gentleman, Giambruno, dà una intervista, sempre a Chi, per parlare di propositi di matrimonio. Il settimanale non fa in tempo a uscire in edicola, che Striscia la Notizia manda in onda dei fuori onda del compagno di Meloni mentre fa battute sessiste alle giornaliste che lavorano con lui. Alla premier non rimane che lasciarlo pubblicamente. Nel corso di quest’anno la «Donna, madre, cristiana» e anche giornalista per un breve periodo, sarà costretta più volte a tornare sulla questione ma senza mai menzionare le malcapitate colleghe dell’allora potente fidanzato.

ANTONIO RICCI, padre del tg satirico, ha negato più volte di aver ricevuto un’indicazione dai piani alti di Mediaset. Certo è che i tempi sono indicativi e che la tassa sugli extraprofitti venne abbandonata. Anche se non mutò il clima freddo con gli eredi del miliardario, che in più occasioni hanno provato a smarcarsi dall’esecutivo. Almeno fino alla fase distensiva inaugurata da questa intervista sul settimanale della famiglia e dalle frasi che Meloni ha dedicato ai due fratelli: «Si cerca di raccontare un’insofferenza di Marina e Piersilvio Berlusconi verso il governo, ma non è la realtà – racconta la presidente del Consiglio a Chi -. Ho rapporti con entrambi, li stimo, non li considero ostili. L’obiettivo dell’opposizione è usarli contro di noi». Poi un po’ di captatio benevolentiae verso l’illustre defunto: «Conosciamo bene questi metodi, sono quelli usati contro Silvio». Metodi della sinistra che per Meloni è sia «feroce» che, qualche passaggio dopo, «una barzelletta».

SE C’È QUALCOSA CHE NON VA bene in Italia non è colpa del governo in carica da due anni ma della sua opposizione. «Dalla sinistra vengo accusata di qualsiasi cosa. Centenario della Marcia su Roma? È colpa della Meloni. Strage di Bologna? Colpa della Meloni. Naufragio di Cutro? Colpa della Meloni. Femminicidi? Colpa della Meloni». Tutto per non aver «superato lo shock di vedere che è stata la destra a esprimere la prima donna presidente del Consiglio in Italia».

DETTO CIÒ, LA PRIMA presidente del Consiglio donna in Italia, appunto, si lancia in maniera intemerata sul ruolo delle madri lavoratrici. «Se riesco a dimostrare che il mio incarico è compatibile con la maternità, non ci saranno più scuse per quelli che la usano come pretesto per non far avanzare le donne sul lavoro». Un assist troppo facile per le attente dinamiche dei social che hanno subito fatto notare come le madri che lavorino non siano tutte premier e privilegiate e che le politiche della destra, in questo anno, siano state, nei fatti, contro le donne.

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