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Meglio un voto oggi che un ratto domani

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Il colonnino infame C’era una volta una graziosa principessina di nome Europa...

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 8 giugno 2024

C’era una volta una graziosa principessina di nome Europa, capricciosa, viziata e un poco snob ma pur sempre un’anima bella. La bella Europa amava vivere in libertà e quando al mattino si svegliava, vuoi il tempo fosse bello, vuoi fosse brutto, vuoi così e così, lei sempre e comunque se ne andava sulla spiaggia a raccogliere fiorellini con le sue ancelle. Facile quindi trovare Europa, bastava andare a cercarsela su questa spiaggia, cara non solo a lei ma anche al più rattuso degli dei.

Che poi non è Zeus come dice Omero, ma una piccola divinità nordica protettrice dei guardoni: Putino.
Come tutti i guardoni, Putino passava ore e ore acquattato dietro alle frasche, aspettando il momento buono per rapire Europa e stuprarla.
Ma mettere in pratica il ratto d’Europa non era facile come bere un bicchiere di vodka perché Putino era sì senza scrupoli ma pure brutto come la peste e appena le si avvicinava troppo… beh, quella se la dava a gambe più veloce della luce!
L’unica allora, era di mandare avanti qualcun altro: non certamente un toro come dice Esiodo, ma il suo, di Putino, asso nella manica: Orbano.

Tarchiato, rozzo, accigliato, ma pur sempre meno brutto come la peste di Putino, Orbano, fischiettando come niente fosse, riesce dunque ad avvicinarsi alla fanciulla con un mazzolino di fiori di campo in una mano, ceppi, manette e catene nell’altra; Europa però, alla vista di quel set sado-maso, batte, manco a dirlo, il record dei 400 ostacoli e a Orbano non resta che tornare sui suoi passi con le pive nel sacco.
Ma Putino non molla e convoca altro suo asso nella manica: Salvino.

Tondetto, trasandato, manco questo è le sette bellezze, ma in quanto a spararle grosse è il numero uno e isolata Europa dalle sue ancelle, le fa una capa tanta promettendole vecchie auto diesel, piccoli abusi edilizi, condoni fiscali e lo sradicamento di tutti gli autovelox; «questo è tutto scemo» pensa Europa e lo pianta lì come un 7% alle europee.

A ‘sto punto Putino scrolla la rubrica del suo smart: Bagnai, Borghi, Calderoli, Crippa, Vannacci… e riflette: ma dove hanno fallito i miei assi nella manica possono mai aver successo le scartine? E decide. È l’ora di giocarsi la carta coperta. Ok, non è propriamente un maschio, ma Putino se ne frega: basta che gli tiene ferma Europa, poi arriva lui e se la stupra. Così digita il numero. Occupato. A rispondere una segreteria: «sono quella st***za della Meloni lasciate un messaggio».
A suivre…

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