Mediterraneo, Open Arms soccorre 181 persone
Migranti Nel fine settimana record di persone intercettate dalla cosiddetta «guardia costiera libica»: mille. Sullo sfondo gli incontri diplomatici tra le autorità italiane e il nuovo governo transitorio di Tripoli
Migranti Nel fine settimana record di persone intercettate dalla cosiddetta «guardia costiera libica»: mille. Sullo sfondo gli incontri diplomatici tra le autorità italiane e il nuovo governo transitorio di Tripoli
La nave umanitaria Open Arms ha soccorso ieri 181 persone in due interventi in zona Sar maltese ma più vicini a Lampedusa: il primo 71,8 miglia nautiche a sud-est dell’isola e il secondo 35,5 mn a sud-ovest. I migranti erano partiti dalla Libia, sembrerebbe da Zuwara, e viaggiavano su barche di legno. Le persone in attesa di un porto di sbarco sono diventate così 219. Tra loro 2 donne incinte e 56 minori, di cui 17 hanno meno di 10 anni. Un’altra barca è stata avvistata in serata.
Già sabato scorso la Ong aveva messo al sicuro 38 persone di nazionalità libica. La giornalista Monica G. Prieto, che è a bordo, ha scritto che fanno parte della minoranza amazingh (berbera). Stessa appartenenza dei libici soccorsi dalla Ocean Viking il 18 marzo. Un elemento che aggiunge dubbi alla presunta stabilizzazione in corso nel paese nordafricano.
Il fine settimana nel Mediterraneo centrale è stato ad alta tensione. Ieri mattina la portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) Safa Msehli ha comunicato che tra sabato e domenica mille persone sono state intercettate dalla cosiddetta «guardia costiera libica». «Uomini, donne e bambini che provavano a fuggire dal paese sono finiti in detenzione in condizioni terribili», ha scritto su Twitter.
Il tweet della portavoce Oim a Ginevra
Account vicini ai libici hanno diffuso foto e numeri di alcune operazioni. Tre le motovedette coinvolte: Fezzan, Ubari e P-300 (donate dai governi italiani). Quasi tutti subsahariani i migranti: Eritrea, Sudan, Chad, Mali e Costa d’Avorio le nazionalità più numerose.
Nei primi tre mesi del 2021 sono almeno 5.400 le persone intercettate dai libici e riportate nei centri di prigionia (dati Oim). In tutto il 2020 erano state 11.891. Numeri elevati che, oltre a un aumento delle partenze, segnalano una maggiore efficienza o un particolare impegno della «guardia costiera» di Tripoli.
Le intercettazioni da record del fine settimana avvengono sullo sfondo delle visite diplomatiche italiane al nuovo governo transitorio guidato da Abdul Hamid Dbeibah. Due già realizzate dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il 21 marzo insieme all’ad Eni Claudio Descalzi e il 25 marzo con gli omologhi tedesco e francese. Un’altra prevista nei prossimi giorni da parte del premier Mario Draghi.
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