Cultura

Mediterraneo, l’elisir della lungimiranza

Mediterraneo, l’elisir della lungimiranzaT. C. Hart, «Storm at sea»

Rassegne Al Festival del pensare contemporaneo di Piacenza l’incontro domani su «Libia e dintorni» alle ore 19,00, nella sala dei Teatini

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 20 settembre 2024

È difficile pensare a uno specchio d’acqua più ricco di storia del Mediterraneo. Questo prolifico mare tra Europa, Africa e Medioriente ha visto sorgere e cadere imperi e civiltà fin dall’antichità. Nel corso dei millenni, è stato crocevia di persone, merci e idee. In tempi moderni, la nozione di stile di vita mediterraneo (sebbene cambi a seconda dell’interlocutore) ha stimolato l’immaginazione del mondo, ispirando artisti, scrittori, registi e, più recentemente, regimi alimentari salutistici.

IL TERRITORIO è però messo alla prova sotto molti aspetti, dalla gestione di eventi meteorologici sempre più imprevedibili alla necessità di trovare dei metodi per rispondere ai flussi migratori provenienti da più continenti. Ciononostante, la sfida più grande è rappresentata dal cambiamento climatico.
Le regioni del Mediterraneo si stanno riscaldando il 20% più rapidamente rispetto alla media globale. Gli incendi boschivi sono diventati più frequenti e negli ultimi anni hanno colpito Paesi come Grecia, Italia, Francia e Algeria. La temperatura del mare è salita a livelli allarmanti, minacciando ecosistemi ricchi e delicati. Ad agosto di quest’anno è stato battuto il record della temperatura massima registrata sulla superficie del mare, con una media giornaliera di 28,9 °C. Il record precedente si era verificato soltanto l’anno scorso.

L’affondamento del Bayesian – un super yacht di 56 metri, colpito da una tempesta al largo delle coste siciliane, che ha provocato la morte di diversi dei passeggeri a bordo – ha spinto gli esperti di clima ad affermare che il riscaldamento globale sta rendendo più frequenti simili tempeste in un mare a lungo amato da appassionati navigatori. Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana, ha osservato che la temperatura superficiale del mare intorno alla Sicilia nei giorni precedenti il naufragio era di circa 30 °C, quasi di tre gradi superiore rispetto alla media. Un anno fa, migliaia di persone sono morte quando le inondazioni improvvise causate da un cosiddetto «medicane» – violenti tempeste simili agli uragani che colpiscono il Mediterraneo – hanno devastato la città di Derna, nella Libia orientale.
Alla luce di tutto ciò, è stato incoraggiante vedere due anni fa il vertice della COP 27 ospitare il primo Mediterranean Pavilion, un’iniziativa guidata dall’Unione per il Mediterraneo, con sede a Barcellona, unico organismo intergovernativo della regione, e dal Programma delle Nazioni unite per l’ambiente. In tale occasione, non solo sono state evidenziate le vulnerabilità della regione legate al clima, ma sono state proposte anche alcune soluzioni – sia a livello di politiche pubbliche che di iniziative civiche – in fase di sviluppo. La chiave è l’individuazione di sindaci più lungimiranti in città come Atene, Marsiglia e Palermo, in grado di riconoscere l’importanza della collaborazione con le loro controparti in tutto il Mediterraneo. Il sindaco di Marsiglia, Benoît Payan, a capo di una coalizione di verdi e sinistra che ha dato priorità alle questioni ambientali, ha organizzato una petizione contro il transito di navi da crociera che aggrava l’inquinamento atmosferico in città e ha chiesto uno sforzo pan-mediterraneo riguardo questa e altre minacce climatiche comuni. Una simile cooperazione nel Mediterraneo – o all’interno dell’EuroMed, un’alleanza di Stati membri dell’Unione Europea situati intorno al mare – potrebbe porre le basi di un progetto più ampio su come affrontare l’emergenza climatica e altre sfide comuni.

LA TRAGICA ALLUVIONE di Derna dello scorso anno in Libia – un Paese ricco di petrolio, economicamente dipendente dai combustibili fossili, ma allo stesso tempo estremamente vulnerabile ai cambiamenti climatici – ha ricordato quanto molte popolazioni del Mediterraneo non siano ancora pronte a fronteggiare il futuro. È fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza pubblica attraverso iniziative politiche e civili.
Il Mediterraneo dovrebbe rimanere una priorità anche all’interno dell’Ue. Dopo l’invasione dell’Ucraina, le attenzioni di Bruxelles si sono spostate verso est a scapito del fronte meridionale dell’Europa. Sarebbe un vero peccato se questa tendenza si consolidasse. È importante per il futuro dell’Europa da ogni punto di vista e trascurare le sfide reali a cui è sottoposto non potrà che avere gravi conseguenze.

 

SCHEDA

Il Festival del Pensare Contemporaneo (iniziativa di Rete Cultura Piacenza con la direzione artistica di Alessandro Fusacchia e la curatela filosofica di Andrea Colamedici) si svolgerà a Piacenza (seconda edizione) fino al 23 settembre 2024 con oltre 150 relatori per più di 70 incontri, dialoghi, lezioni, concerti in 12 location della città. ll tema di quest’anno Vivere la meraviglia – Tra stupore e spavento sarà discusso da importanti ospiti italiani e internazionali, come Oleksandra Matviychuk, Judy Wajcman, Ananyo Bhattacharya, Heïdi Sevestre, Mary Fitzgerald, Samantha Cristoforetti, Paolo Giordano, Donatella Di Pietrantonio, Francesco Piccolo. Di storia, letteratura e geopolitica dei confini dimenticati come la Libia e i suoi dintorni, ne parleranno una tra le voci europee più importanti sulla Libia Mary Fitzgerald e il diplomatico Fernando Gentilini.

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