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Il design del nuovo sito

La ricerca del giusto equilibrio, un design che conosce il passato per esplorare il futuro. Per i lettori e con i lettori.

di Andrea Pinchi e Luca Morano

Innovare senza stravolgere

Design significa progettare

Spesso quando si parla di Design si pensa all’aspetto estetico, alla forma delle cose, alla grafica.

L’aspetto visivo è uno dei prodotti dei processi di design, il più evidente e letteralmente quello sotto gli occhi di tutti. Quello che non si vede invece è il processo che c’è dietro, per eliminare ogni dubbio possiamo tradurre la parola “design” in italiano: progettazione.

Obiettivi/traguardi

​​Prima di iniziare un percorso è bene concordare il traguardo che ci poniamo, spesso la progettazione si muove su terreni inesplorati e a volte non sappiamo bene a cosa assomiglierà il risultato desiderato. Per questo cerchiamo prima di tutto di rispondere alla domanda “Come capiremo se questo progetto sarà un successo?”. 

Il manifesto digitale abbraccia una sfida molto attuale e contemporanea che è quella di esistere su piani differenti, come quello cartaceo e quello online, che presentano caratteristiche, vantaggi e problemi molto diversi. E si deve farlo in modo coerente e senza perdere la propria identità, anzi valorizzandola sui diversi canali.

Il manifesto ha l’obiettivo di crescere e dare vita alle idee delle comunità dei lettori e lettrici, supportare buone intuizioni e fornire approfondimenti e notizie cercando di non piegarsi per forza alle logiche commerciali che caratterizzano altre piattaforme simili.

La crescita noi la intendiamo come organica, esattamente come succede in tutti gli esseri viventi. Assimila nutrimento dall’esterno, reagisce agli stimoli, è adattabile ai cambiamenti ambientali.

Per questo il primo obiettivo che ci siamo posti è quello di avere un sito agile, accessibile e inclusivo facile da navigare, ma anche da modificare, per potersi trasformare man mano che le energie della comunità dei lettori daranno nuovi stimoli, informazioni e genereranno nuove idee.

Aspetto grafico e Marchio 

Non abbiamo fatto un lavoro di riprogettazione profonda del marchio “manifesto”, non volevamo segnalare in modo aggressivo e netto un cambio di direzione. In alcuni casi si vuole fare un cambio, imporre un’idea creativa nuova e rivoluzionaria. Ai designer e ai creativi spesso piace l’idea di ricostruire tutto da zero, lo chiamiamo l’effetto “wow”, ma questo significa spesso distruggere per creare non solo nuove soluzioni, ma anche nuovi problemi.  

Quello che vedete in queste pagine invece è una versione ottimizzata, più leggibile, più moderna, più usabile di quello che lettori e lettrici hanno visto fino ad ora, senza traumi e senza spettacolarizzazione.

La piattaforma è costruita per essere collaborativa. E con un contributo di tutti potremo in futuro anche evolvere ulteriormente l’aspetto, il tono di voce e la grafica del manifesto, con un processo, che chiamiamo, di re-branding. 

Un sistema di mattoncini

 

Per avere un sito flessibile ma sempre coerente e riconoscibile, facile da mantenere nelle sue possibili evoluzioni l’unica soluzione è un sistema modulare.

Ogni componente del sito è stata progettata e descritta nelle sue funzionalità e nelle sue varianti per creare quello che tecnicamente definiamo un “Design System”.

 

Favorire il lavoro del giornalista

 

I contenuti del manifesto non si generano da soli, ma sono il frutto di un lavoro quotidiano costante, spesso invisibile o poco percettibile, ma che è di fondamentale importanza. Nel nostro lavoro di progettisti è importante non tenere solo conto dell’utente finale che fruisce servizi e contenuti ma anche di chi li crea e li gestisce.

Abbiamo progettato strumenti e modelli per permettere ai redattori e ai grafici nel lavoro quotidiano di concentrarsi sui contenuti, con la sicurezza che il risultato, negli aspetti di forma e di presentazione, fossero sempre adeguati, equilibrati e facili da comprendere per tutti.

Conclusione

Il modo di fruire i contenuti è in continua evoluzione, il nuovo sito del manifesto ci permette di essere pronti per affrontare le nuove sfide giornalistiche e di partecipazione collettiva.