Mauro Valeri, un creatore di spazi necessari
Ritratti La scomparsa a 59 anni di uno studioso scrupoloso dei fenomeni del razzismo e dei processi di razzializzazione nella società italiana, in particolare nello sport
Ritratti La scomparsa a 59 anni di uno studioso scrupoloso dei fenomeni del razzismo e dei processi di razzializzazione nella società italiana, in particolare nello sport
La scomparsa di Mauro Valeri ad appena 59 anni lascia un vuoto difficile da colmare. Valeri era molte cose assieme: uno studioso scrupoloso dei fenomeni del razzismo e dei processi di razzializzazione nella società italiana, e in particolare nello sport; un educatore, docente a contratto di Sociologia delle relazioni etniche all’università La Sapienza di Roma; un formatore sui temi delle discriminazioni e del razzismo in qualità di funzionario dell’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali; un attivista che per primo ha raccolto sistematicamente dati sul razzismo nel calcio italiano, creando nel 2005 l’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio.
Ma Valeri era soprattutto una persona appassionata e generosa, che non aveva timore di spendersi per le cause in cui credeva e di rendersi disponibile con consigli e riflessioni a chiunque gliene facesse richiesta. Questo aspetto di Valeri, di essere da un lato uno studioso, un ricercatore, un intellettuale, e una persona immersa nelle cause e nelle realtà di cui si occupava, lo ha fatto amare da molte persone e organizzazioni, in Italia e all’estero, che in queste ore hanno condiviso ricordi e aneddoti su di lui. D’altro canto, tuttavia, sarebbe ingenuo non riconoscere che il suo lavoro articolato in più di dieci volumi non ha, fino ad oggi, assurto il ruolo che gli spetterebbe tra le analisi sociologiche della società italiana.
Ci sono alcuni ragioni per cui questo non è accaduto, e lo status di Valeri non è al livello usualmente attribuito ad accademici, agli “esperti” tout court. In primo luogo, Valeri si è occupato molto, e seriamente, di calcio, che in Italia è un’ossessione popolare pochissimo studiata, e quindi capita. Lo studio dello sport nelle scienze sociali è, in Italia, un settore microscopico in confronto ad altri temi ed ambiti. Basti a conferma di questo il fatto che il primo Manuale di sociologia dello sport è stato pubblicato in Italia solo nel 2014, e non esiste al momento ancora una cattedra ufficiale di Sociologia dello sport.
Il fenomeno del razzismo e delle discriminazioni nello sport era, prima che se ne occupasse Valeri, materiale da notizie di cronaca e poco più, almeno in Italia. Attraverso alcuni libri – La Razza in campo (2005); Black Italians. Atleti neri in maglia azzurra (2006); Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico (2008); Che razza di tifo (2010); Stare ai giochi. Olimpiadi tra discriminazioni e inclusioni (2012); Mario Balotelli vincitore nel pallone (2014); Campioni d’Italia? Le seconde generazioni e lo sport (2014, con Mohamed A. Tailmoun e Isaac Tesfaye); e Ladri di sport. Dalla competizione alla resistenza (2014, con Ivan Grozny Compasso) – Valeri ha creato un corpus di conoscenze unico nel panorama nostrano. Il suo intento era quello di mostrare come lo sport, in quanto cultura di massa e crescente industria globale, riproduca tensioni che attraversano la società (varie forme di razzismo, nazionalismi, discriminazioni) ma al contempo può dare visibilità a importanti contro-narrazioni. L’esempio più lampante di tali dinamiche è l’inclusione nelle rappresentative nazionali di atleti di origine immigrata.
Negli anni, Valeri aveva puntato l’attenzione su altri aspetti della storia italiana poco presenti nella pubblicistica. Si tratta delle vite di neri italiani che hanno contribuito a momenti decisivi nella storia del paese, ma sono stati rimossi dalla narrazione prevalente dell’Italia quale paese monoculturale, “bianco” ed europeo (invece che Mediterraneo, e quindi terra di incontro tra culture). Dopo la biografia di Leone Jacovacci, Valeri pubblicò quella di Alessandro Sinigaglia, Negro, ebreo, comunista (2010) e di Domenico Mondelli, Generale nero: bersagliere, aviatore e ardito (2016). Ancora una volta, con questi libri, Valeri ha contribuito a creare nuovi spazi di conoscenza e di rappresentazione della società italiana. Particolarmente in questa fase storica, definita da nuovi nazionalismi e pervasivi razzismi, è importante e necessario fare tesoro del suo lavoro.
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