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Mauro Bigonzetti, un coreografo alla Scala

Mauro Bigonzetti, un coreografo alla ScalaMauro Bigonzetti

Danza Il nuovo direttore del Corpo di Ballo si presenta: «Non faccio rivoluzioni. Desidero solo quello che penso vogliano tutti i direttori di un corpo di ballo: fare diventare la compagnia che si dirige una delle migliori al mondo, con una sua riconoscibilità».

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 4 febbraio 2016

Il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala ha il suo direttore: Mauro Bigonzetti, coreografo italiano, dieci anni alla testa dell’Aterballetto di Reggio Emilia, numerosissime creazioni internazionali per compagnie di rango dal New York City Ballet al Balletto di Stoccarda, dal Bolshoi di Mosca all’Alvin Ailey Dance Company. Uno stile di danza dinamico, nutrito di una passione per la musica mai sopita: prova la sua recentissima Cinderella, firmata a dicembre con successo per il Teatro alla Scala, star Roberto Bolle e Polina Semionova.

Il sovrintendente e direttore artistico Alexander Pereira è certo di aver fatto la scelta giusta per il teatro: «Ho ricevuto in questi mesi circa 25 proposte, divisibili in due grandi gruppi, coreografi e maîtres ex ballerini. Sono rimasti alla fine due candidati, Laurent Hilaire, maître ex ballerino dell’Opéra di Parigi, e Mauro Bigonzetti, coreografo italiano che ho conosciuto quindici anni fa ai tempi in cui lavoravo a Zurigo. Ho incontrato a lungo Laurent Hilaire, un eccellente candidato, preservatore della tradizione, ma ho avuto la fortuna di poter osservare per quattro settimane Bigonzetti lavorare su Cinderella, e ho scelto».

Pereira mette l’accento sulla configurazione che avrà il ballo nelle prossime stagioni: tre nuove produzioni l’anno, nelle sei/sette complessive, di cui una sarà affidata a Bigonzetti. «La Scala non è solo un teatro d’opera, ma anche di balletto. Voglio portare il ballo all’attenzione internazionale con nuove produzioni. In più, e lo posso dire essendo austriaco, sono felice di portare alla Scala un italiano».
Per la Scala è una novità avere un direttore coreografo. Tema che ha fatto emergere qualche preoccupazione nei giorni scorsi, legati al timore di alcuni ballerini di perdere la tradizione del grande repertorio classico accademico. Oggi, tuttavia, il clima sembra essere già un altro.

Bigonzetti: «Ho letto molte cose in questi giorni, anche spiacevoli, ho letto che avrei distrutto la tradizione di questo teatro. Io sono un coreografo, non mi considero un coreografo contemporaneo, non un coreografo accademico, semplicemente un coreografo, ma ho un background classico, sono cresciuto all’Opera di Roma, ho lavorato con grandi maestri, me ne sono andato a 21 anni perché avevo voglia di sperimentare anche altro, ho danzato Balanchine, Kylian, Forsythe, Tetley, ma anche i grandi classici. Prendo questo incarico con tutta la responsabilità e la consapevolezza che ci vuole. Ho da 23 anni rapporti con la Scala e i danzatori oggi mi hanno espresso la loro fiducia. Chi ha paura che io mi assenti dal teatro per gli impegni fuori Milano, sappia che ho già tagliato due produzioni che avevo in programma nei prossimi mesi e che taglierò altri impegni del 2017».

Espresse anche rassicurazioni sul repertorio e su possibili scelte future. «I grandi classici sono prioritari anche nello studio. Lo so bene, io che da vent’anni lavoro con lo Stuttgart Ballet, dove è custodita la tradizione di John Cranko (autore di una delle più belle versioni classiche di Romeo e Giulietta, ndr), che adoro. Amo molto anche lo stile Bournonville (il classico di matrice storica danese, ndr.), ma vorrei portare anche tanto Balanchine, e poi artisti come Kylian, Forsythe, van Manen…».

Grande l’entusiasmo per la compagnia. «Ho trovato un potenziale di crescita molto alto, lavorando su Cinderella, ci sono una ventina di giovani talenti di notevole livello, come Angelo Greco, Christian Fagetti, e tanti altri. Molti giovani elementi del Corpo di Ballo vengono dalla Scuola e io spero di intessere una collaborazione fortissima con la struttura diretta da Olivieri. Il rapporto tra Scuola e teatro è fondamentale».

I maîtres resteranno gli stessi, fatta eccezione per Roberto Zamorano, new entry che da anni lavora a fianco di Bigonzetti. «Non faccio rivoluzioni. Desidero solo quello che penso vogliano tutti i direttori di un corpo di ballo: fare diventare la compagnia che si dirige una delle migliori al mondo, con una sua riconoscibilità».

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