Visioni

«Matteotti Medley», la moralità contro la dittatura

«Matteotti Medley», la moralità contro la dittaturaMaurizio Donadoni – foto di F. Buscarino

A teatro In occasione del centenario della sua orribile morte, la sua figura è tornata protagonista con un racconto scritto e interpretato da Maurizio Donadoni

Pubblicato 6 mesi faEdizione del 1 giugno 2024

Finalmente, in occasione del centenario della sua orribile morte, è tornata protagonista in questi giorni la figura di Giacomo Matteotti. Anche in teatro! Nei giorni scorsi è stato a Roma (al teatro Basilica) Matteotti Medley, un racconto scritto e interpretato da Maurizio Donadoni, per la regia di Paolo Bignamini. Un racconto denso e vitale, che segue i tragici avvenimenti, e movimenti, di quel 10 giugno del 1924 al lungotevere Flaminio, dove il deputato fu atteso in un agguato sotto la sua abitazione, preso e poi ucciso dai fascisti che identificavano in lui il maggiore e più esposto avversario di Mussolini, ormai padrone del paese. Un racconto che rende Matteotti non solo eroico, ma anche assai umano e «fascinoso».
Rispetto alle diverse celebrazioni che si addensano in questi giorni, quello realizzato da Donadoni, autore del racconto e interprete caloroso del personaggio, è infatti particolarmente energico e vitale. Del parlamentare antifascista viene raccontata la gioventù, la sua intelligente intraprendenza, la sua umanissima «simpatia», il suo «amore per la vita», che si univa però al rigore con cui sentì il dovere di esporsi, pagando poi con la vita, contro la dittatura incipiente, che andava cancellando con la retorica e il «politicume» più bieco, l’eroismo che solo pochi decenni prima aveva reso l’Italia unita, e subito vitale con i primi movimenti operai e contadini, e ringiovanita almeno nella sua immagine..

CON ENTUSIASMO e calore Donadoni (ispirandosi al volume La giustizia negata di Luciano di Tizio) racconta la cultura e la moralità di questo borghese per bene che arrivò a esporsi tanto contro la dittatura mussoliniana da pagarne il prezzo con la morte violenta. Donadoni è capace, raccontandone la vita e i modi signorili, di renderlo comunque «simpatico» (oltre che eroico, e appunto positivo borghese). Ne fa traspirare insomma una umanità, oltre che la virtù, rigorosa davvero al calor bianco. Lo spettacolo continuerà questa estate a celebrare Matteotti (previste repliche a Capalbio e poi a Bergamo). Ma come si è visto già giovedì scorso nell’anniversario del discorso di Matteotti in parlamento, altre voci si levano per ricordarlo. Proprio a Roma, all’Argentina, il prossimo 10 giugno, nella ricorrenza della morte, andrà in scena Giacomo del Teatro dei Borgia, con Elena Cotugno. E il giorno dopo, nella serata di Radiotre Rai, andrà in onda un testo scritto per l’occasione, e nel suo ricordo, da Sergio Pierattini.

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