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Matteo, non ti disunire!

Matteo,  non ti disunire!

Il colonnino infame Salvini a Mosca, Salvini a mosche

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 4 giugno 2022

Sveglia! Ma lo volete capire che qua, con la diplomazia ufficiale, non si cava un ragno dal buco?! Il patetico Macron al tavolone di Putin? Un flop. L’azzimato Di Maio col suo sgrammaticato piano di pace? Altro flop. Ma non è colpa loro… è che, da che mondo è mondo, a far tacere le armi è sempre stato il silente, geniale lavorio sotto traccia, della diplomazia parallela. La quale, badate bene, non s’improvvisa ma discende dalli rami. Quali rami? Quelli della silente, geniale genia dei più valenti diplomatici paralleli a memoria d’uomo: i Capuano.

Parlo degli antenati dell’avvocato Antonio da Frattamaggiore, tanto vituperato dal solito coro di mezze tacche al soldo dei poteri forti, quanto unico attore in grado di por fine all’operazione militare speciale russa in quell’espressione geografica detta Ucraina.
I Capuano quindi, sempre presenti dietro le quinte dei più significativi momenti storici, a partire dalla guerra tra Roma e Alba Longa dove fu proprio il capostipite della gens Capuana, Antonius da Frattamaggiorem, a evitare il bagno di sangue con la trovata Orazi&Curiazi (e a far nel contempo un mucchio di sesterzi dopando i primi e scommettendo sulla sconfitta dei secondi).

Non meno eclatante la rinuncia di Attila a saccheggiare la Città Eterna: anche in quel caso il successo della diplomazia parallela si deve a un Capuanus: Antoninus da Frattaminorem -ramo cadetto- che al superstiziosissimo «flagellum Dei» ricordò l’orrenda fine fatta da Alarico dopo che aveva appunto saccheggiato Roma, e al tremebondo papa Leone Magno che se la poteva cavare con una ingente quantità d’oro (con relativa sua provvigione del 15%). Venendo a tempi più recenti, sempre a un Capuano si deve la stretta di mano che evitò lo scontro tra l’irriducibile repubblicano Garibaldi e il retrivo monarca Vittorio Emanuele II (il tutto per un modico 20% sui beni espropriati a Franceschiello da versare sul conto alle Barbados dell’intermediario Tonino). E ritroviamo un Capuano perfino oltreoceano, a New York nel 1929, quando posta fine alla sanguinosa guerra castellamarese tra la famiglia mafiosa dei Maranzano e quella dei Masseria, al mediatore Tony «Purpetta» Capuano fu regalato un locale con dodici vetrine su strada a Little Italy, dove aprì il famigerato ristorante «Tony ‘a Purpetta», a tutt’oggi meta di vip a caccia di emozioni forti.

Capite ora perché Matteo si rivolge a un Capuano? Perché in questo campo loro sono i migliori (il nostro poi emette pure fatture in rubli…)

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