Mattarella, un pensiero anche per i migranti di oggi
Quirinale Il presidente della Repubblica ricorda le vittime italiane della strage di Marcinelle (8 agosto 1956) e parla delle difficoltà degli immigrati che arrivano nel nostro paese. Il leghista Salvini non gradisce e e dà sfogo ai suoi insulti quotidiani
Quirinale Il presidente della Repubblica ricorda le vittime italiane della strage di Marcinelle (8 agosto 1956) e parla delle difficoltà degli immigrati che arrivano nel nostro paese. Il leghista Salvini non gradisce e e dà sfogo ai suoi insulti quotidiani
Da sedici anni, l’8 agosto è la giornata nazionale del sacrificio del lavoratore italiano nel mondo. La data è quella della strage più grande, l’incendio nella miniera di Marcinelle nel Belgio centrale dove nel 1956 persero la vita 136 minatori italiani; Sergio Mattarella ha ricordato come ogni anno questo giorno. «Generazioni di italiani hanno vissuto la gravosa esperienza dell’emigrazione – ha detto tra l’altro il presidente, in un breve comunicato evidentemente preparato come sempre con qualche giorno di anticipo – hanno sofferto per la separazione dalle famiglie d’origine e affrontato condizioni di lavoro non facili, alla ricerca di una piena integrazione nella società di accoglienza. È un motivo di riflessione – ha aggiunto – verso coloro che oggi cercano anche in Italia opportunità che noi trovammo in altri paesi e che sollecita attenzione e strategie coerenti da parte dell’Unione europea».
Un richiamo alla solidarietà e alla condivisione europea per nulla clamoroso, pienamente nel solco di diversi interventi del capo dello stato sul tema dell’immigrazione. Troppo forzato sarebbe vederci una correzione della linea dura, o quanto meno rigorosa, appoggiata appena lunedì sera nel comunicato informale con il quale il Quirinale si era schierato al fianco del ministro Minniti. Casomai è quella mossa, che ha preso la forma di una nota di «ambienti del Quirinale», che rappresenta qualcosa di assai inconsueto per il presidente Mattarella. Non solo per la formula ma anche per il deciso intervento nel merito di una discussione interna al governo. Intervento c’è da supporre richiesto al Colle, magari con l’argomento che bisognava evitare il rischio di offrire all’estero l’immagine di un esecutivo diviso sul tema immigrazione.
Le poche parole di Mattarella sono bastate però per offrire a Salvini l’occasione per la sua polemica quotidiana, che sempre più deve diventare insulto per guadagnare visibilità (una delle occasioni, di un’altra leggete qui sotto). «Mattarella si vergogni – riesce a dire il leghista – perché paragona gli italiani emigrati (e morti) ai clandestini mantenuti in Italia per fare casino». Segue grande sforzo agostano del Pd e di un po’ di altri rappresentanti politici per difendere il capo dello stato dalla stupidaggine del segretario della Lega. «Si vergogni lui», dicono più o meno tutti senza troppa fantasia, «insopportabile e cinico». Mentre un deputato appena passato al Pd, Gianfranco Librandi (eletto con Monti dopo trascorsi berlusconiani), nota giustamente che «la Lega è nata contro i “terroni” che andavano al nord a lavorare esattamente come i nostri connazionali di Marcinelle, che dal sud Italia si sono mossi per andare nelle miniere del Belgio e anche lì sicuramente c’era un Salvini che li chiamava “clandestini mantenuti”». Quei lavoratori italiani che, secondo le parole di Mattarella, «hanno contribuito a edificare un continente capace di lasciarsi alle spalle le devastazioni della seconda guerra mondiale e di offrire alle generazioni più giovani un futuro di pace, di crescita economica, di maggiore equità sociale».
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