Lavoro

Mattarella: «Un oltraggio morire sul lavoro»

Mattarella: «Un oltraggio  morire sul lavoro»Sergio Mattarella depone un mazzo di fiori alla stazione di Brandizzo – LaPresse

Il presidente depone una corona alla stazione. Salvini resta alla Mostra di Venezia. Il ministro dei Trasporti annuncia una commissione d’inchiesta

Pubblicato circa un anno faEdizione del 1 settembre 2023

Una corona di fiori, molto silenzio e qualche applauso spontaneo. Sergio Mattarella ha fatto visita ieri pomeriggio alla stazione di Brandizzo, dove nella notte cinque operai sono stati travolti e uccisi da un treno. Un passaggio breve, per quanto doveroso, seguito poi da un colloquio di alcuni minuti con le istituzioni locali che lo attendevano sul posto. Il presidente aveva espresso il suo cordoglio per la tragedia in mattinata, a Torre Pellice, dove stava partecipando a un convegno su Altiero Spinelli: «Morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza» ha detto, per poi richiamare l’attenzione su «quanto sia importante la tutela del lavoro e della sua sicurezza».

LA PREMIER Giorgia Meloni, che era a Caivano, è intervenuta per ricordare di essere in contatto con il presidente del Piemonte Cirio e ha espresso «l’auspicio di fare quanto prima piena luce sull’accaduto». Matteo Salvini, che delle Infrastrutture e dei Trasporti sarebbe il ministro, invece era impegnato in affari tutt’altro che istituzionali, a Venezia, per la Mostra del cinema, dove ormai si trattiene da due giorni. Ed è da qui che ha commentato l’accaduto, annunciando l’istituzione di una commissione d’inchiesta interna al suo dicastero.

La Direzione generale per le investigazioni ferroviarie e marittime del Mit sarebbe già al lavoro. «È già stato individuato un esperto in sicurezza e manutenzione dei trasporti ferroviari che si recherà il prima possibile sul posto», ha spiegato Salvini. «La norma è chiara – ha aggiunto -, non puoi lavorare su un binario se non hai la certificazione che non passa più un treno su quella tratta. E un treno è passato. Voglio sapere per quale motivo. Le leggi che tutelano i lavoratori in questi frangenti ci sono». Salvini ha poi informato che i lavori in calendario dal 4 settembre al 18 dicembre nella galleria tra Courmayeur e Chamonix per il rinnovo del traforo del Monte Bianco saranno rinviati, probabilmente tra 12 mesi. Lunedì è attesa la conferma ufficiale.

DAL PD È INTERVENUTA la segretaria Elly Schlein, che lancia l’idea di «un piano strutturale di investimento nei luoghi di lavoro che potenzi i controlli, assuma più ispettori, aggiorni i dispositivi, metta nuove tecnologie al servizio di una maggiore sicurezza, responsabilizzi i datori di lavoro e punti sulla formazione. È uno sforzo necessario e irrimandabile per fermare questa strage quotidiana». Aggiunge la deputata Maria Cecilia Guerra: «Sono necessarie politiche serie e continuative per porre la sicurezza sul lavoro come tema prioritario, in un contesto in cui troppo spesso la vita dei lavoratori e delle lavoratrici viene messa a repentaglio dalla volontà di comprimere i costi e ridurre gli investimenti a loro tutela»

Di «rinnovato impegno per la sicurezza nei luoghi di lavoro» parla il leader del M5S Giuseppe Conte, mentre per Sinistra Italiana Nicola Fratoianni sostiene che questo sia il momento del cordoglio, «in attesa che sia fatta chiarezza sul perché sia stata possibile una simile tragedia».

DA ANNI ORMAI l’esternalizzazione dei lavori lungo le tratte ferroviarie sono la norma e, chi è abituato a prendere il treno, si è trovato più volte nella situazione di fermarsi in mezzo al nulla per la «presenza di persone sui binari»: sono i lavori che procedono a sbalzi, negli orari più strani, soprattutto d’estate.

«È noto che il ricorso agli appalti è uno dei metodi per ridurre i costi che pagano i lavoratori in termini di aumento dello sfruttamento e riduzione delle condizioni di sicurezza», spiega il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. «Bisogna evitare che, come accade sistematicamente, alla strage seguano l’ingiustizia e l’impunità», ha detto ancora, chiedendo inoltre le dimissioni immediate dell’amministratore delegato di Rfi e del ministro dei Trasporti Salvini.

CHE ANDARE A LAVORARE sia ormai un rischio l’ha notato l’arcivescovo di Torino Roberto Repole: «Mi domando come sia possibile che incidenti sul lavoro, anche così gravi, continuino a ripetersi tutti i giorni senza che la sicurezza dei cantieri dia prova di miglioramento. La dignità dell’uomo e della sua vita viene prima, viene molto prima di ogni necessità materiale od economica. Per questo auspico che la politica e le imprese reagiscano con forza e pongano le condizioni perché non si ripetano tragedie di questo tipo».
Dopo il cordoglio, c’è da scommetterci, la reazione che auspica Repole verrà di certo annunciata e sbandierata ai quattro venti. Come accade sempre all’indomani delle stragi di questo genere. Un elenco lunghissimo, e che però sembra non finire mai.

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