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Mattarella sul Vajont: «Tutelare l’ambiente è garanzia di vita»

Mattarella sul Vajont: «Tutelare l’ambiente è garanzia di vita» – Foto Ansa

Politica Il presidente in visita sui luoghi del disastro dell'ottobre 1963: «Lo Stato non ha dimenticato»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 10 ottobre 2023

«Occuparsi dell’ambiente, rispettarlo, è garanzia di vita», ha detto ieri Sergio Mattarella, in viita alla diga dal Vajont, in occasione del 60esimo della frana che cancellò interi paesi e provocò quasi 2mila vittime. Occorre evitare, ha detto, «atteggiamenti di indifferenza, di presunzione, di superiorità rispetto ai segnali della natura. Pagati qui a così caro prezzo. A un intervento dell’uomo che si traduce in prevaricazione, corrisponde la violenza della natura». Bisogna sfuggire al «desiderio cieco dell’uomo di piegare la natura a proprio piacimento al fine di ottenere il massimo profitto». Perché l’uomo, «è parte della natura, ma non deve divenirne nemico», ricorda Mattarella, che cita le parole di Papa Francesco: non è solo un tema di carattere ecologico, ma ha a che fare con diseguaglianze e «squilibri» che rischiano di mettere in discussione il destino dell’umanità.

«La Repubblica non ha dimenticato», dice il Capo dello Stato che parla di una memoria che «deve rappresentare il filo conduttore della giustizia, deve essere restituita senza ombra alcuna, non solo a chi perse la vita ma anche a chi sopravvisse, a quelli che hanno dovuto lasciare le loro case e quelli che hanno lottato strenuamente per ricostruirle». Una tragedia, quella del Vajont, che «reca il peso di pesanti responsabilità umane, di scelte gravi che venivano denunziate, da parte di persone attente, anche prima che avvenisse il disastro». Tra le vittime quasi 500 furono i bambini. «Sono tormenti che, tuttora, sessant’anni dopo, turbano e interrogano le coscienze».

Dai bambini è arrivato l’invito forse più toccante. Davanti a Mattarella si sono schierati, vestiti di bianco, 487 scolari che hanno sollevato al cielo i cartelli con i nomi di altrettanti bimbi morti nel mare di fango e sassi. Quattro cori hanno intonato il canto di montagna friulano “Stelutis Alpinis”, accompagnati dalla tromba di Paolo Fresu. Il presidente ha poi ribadito che «assicurare condizioni di sicurezza e garanzia di giustizia rimane obiettivo attuale e doveroso nella nostra società». Mattarella ha fatto vista al cimitero monumentale di Fortogna, dove un sacrario ricordale vittime del Vajont. Ha deposto una corona di fiori, poi ha camminato tra i cippi marmorei. Infine, l’abbraccio con alcuni dei superstiti e dei soccorritori.

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