«Con la legge di bilancio che è stata appena presentata, per la prima volta dopo sette anni si torna a parlare di tagli per i Comuni. All’orizzonte vediamo il rischio di tornare a una impostazione restrittiva con il rischio che cresca un clima di tensione e di crisi sociale».

Parole del presidente Anci Antono Decaro, sindaco di Bari, all’apertura ieri a Genova della 40esima assemblea dei comuni italiani. Decaro fa i conti delle sforbiciate imposte dal governo: 200 milioni sui Comuni e 50 milioni su Province e Città metropolitane, tra il 2024 e il 2025. Più un altro taglio di 100 milioni per i Comuni e 50 per province e Città metropolitane, oltre ai 350 previsti per le Regioni. «Tutte queste misure rischiano di mettere in crisi equilibri di bilancio, soprattutto dei Comuni finanziariamente più deboli e di impoverire i servizi locali per tutti. Diciamo queste cose non nell’interesse nostro ma della tenuta complessiva del Paese. Perché i Comuni hanno un ruolo essenziale anche per fronteggiare povertà vecchie e nuove. Spero che tutta la politica nazionale sia consapevole della tensione che cresce. Ci sono tutte le avvisaglie di una crisi sociale sempre più drammatica».

Un ragionamento che non lascia indifferente il presidente della repubblica Mattarella, seduto in prima fila, che ha definito i comuni «termometri dello stato di salute della nostra comunità», da cui passa «la tenuta della coesione sociale». «Ai Comuni è chiesto, spesso, di intervenire come pronto soccorso, di decidere in fretta, senza avere certezza delle risorse necessarie ad affrontare le emergenze», ha detto Mattarella. «È il caso delle calamità naturali e di flussi migratori di dimensioni non previste». Un tema, quello dei migranti, su cui insiste anche il presidente Anci: «L’accoglienza deve avere regole certe: non possiamo considerare un’emergenza quello che ormai è un fenomeno strutturale».

Decaro interviene anche sul tema del Pnrr, e sulle tensioni che ha creato tra sindaci e palazzo Chigi: «È stata una doccia fredda apprendere la volontà di spostare i soldi europei da programmi che interessano i comuni. C’è stato un momento in cui la fiducia istituzionale si è incrinata, ci siamo sentiti sul banco degli imputati». «Se fossimo davvero così ritardatari -ha aggiunto- non avremmo bandito 147 mila gare con fondi Pnrr, partendo da una condizione di difficoltà pazzesca, avendo perso negli ultimi anni oltre un decimo degli organici delle amministrazioni comunali».

Nel mirino di Decato i 13 miliardi del Pnrr destinati ai sindaci che il governo ha deciso di spostare. Meloni, ospite dell’assemblea, ha spiegato che alcuni investimenti saranno finanziati con altre fonti. Ma ha ammesso che per i comuni «ci sono ostacoli che derivano dalla mancanza di risorse umane, dalla carenza di competenze gestionali». Mattarella sul Pnrr è stato netto: «Oggi è il tempo della prova di dare piena attuazione al Pnrr, un’occasione storica per il Paese, con la mobilitazione di importi addirittura superiori a quelli del provvidenziale “Piano Marshall”».