Mattarella smentisce Valditara sugli stipendi dei docenti
Scuola L'inaugurazione del nuovo anno a Cagliari
Scuola L'inaugurazione del nuovo anno a Cagliari
Che in Italia gli insegnanti siano pagati molto poco è stato certificato negli anni da diverse ricerche e rapporti. Ultimo in ordine di tempo quello dell’Ocse che qualche giorno fa ha accertato un ulteriore calo rispetto alla media europea. «Dati utilizzati in maniera imprecisa», aveva commentato il ministro all’Istruzione (e merito) Valditara accusando la segretaria del Pd Schlein, che aveva fatto una dichiarazione a sostegno degli insegnanti, di dire «cose non vere».
Ieri però è stato il presidente della Repubblica a sollevare la questione, proprio davanti a Valditara, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024-2025 a Cagliari. «Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto, talvolta troppo – ha detto Sergio Mattarella – Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente». Per il capo dello Stato gli insegnanti ricoprono «un ruolo prezioso: quello di formare ed educare i cittadini che crescono. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia».
In diretta televisiva il Presidente ha poi chiesto più risorse per la scuola pubblica. «Talvolta, questo nostro tempo dominato dall’assillo del presente, rischia di far dimenticare – avverte Mattarella – che l’impegno educativo rappresenta un pilastro fondamentale della Repubblica. Dalla qualità del sistema educativo dipende strettamente il futuro della nostra società. A esso vanno dedicate indispensabili risorse adeguate, idee, cura, attenzioni».
Per poi ribadire l’importanza dell’integrazione scolastica e chiedere attenzione «nei confronti dei portatori di disabilità, nei confronti dei meno abbienti, nei confronti degli immigrati: è un impegno che viene richiesto dalla Costituzione. Ogni risorsa spesa in educazione la ritroveremo moltiplicata nel bene della collettività».
Secondo i dati dell’ultimo rapporto Ocse – Education at a glance, i docenti italiani sono tra i meno pagati d’Europa, con una importante differenza retributiva tra i paesi: a parità di anzianità di servizio prendono il 13,1% in meno rispetto ai francesi, il 29% in meno rispetto agli spagnoli e la metà rispetto ai tedeschi e agli olandesi. Secondo il ministro, il governo lo scorso anno avrebbe messo 3 miliardi di euro sulle retribuzioni. «Il nuovo contratto aumenterà gli stipendi dei docenti del 5,8% – ha detto Valditara ieri a Cagliari – Questo si va ad aggiungere a un taglio del cuneo fiscale che vale il 6-7% a seconda delle aliquote; se li mettiamo insieme troviamo una percentuale superiore a quella dell’aumento del costo della vita per il lavoratore, che è stato stimato dall’Istat dell’11,5%». Cifre che i sindacati contestano anche perché gli aumenti annunciati non coprono l’inflazione. «Il governo ha previsto, per il rinnovo del contratto Istruzione e Ricerca 2022-24, un incremento del 5,78% a fronte di una inflazione cumulata che tocca il 18%. Circa 137 euro lordi su base mensile, un terzo di quanto necessario, ne servirebbero 426», ha spiegato la Flc Cgil.
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