Mattarella: «Nazismo ideologia delirante»
Il capo dello Stato celebra la Giornata della Memoria. L’allarme di Ursula von der Leyen: «L’antisemitismo non è scomparso»
Il capo dello Stato celebra la Giornata della Memoria. L’allarme di Ursula von der Leyen: «L’antisemitismo non è scomparso»
Doveroso ricordare «i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molti italiani», ricorda Sergio Mattarella. Ma per il presidente della Repubblica l’importanza della Giornata della Memoria, celebrata ieri in tutto il mondo, sta anche nella capacità «di prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni forma di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza». A partire dalla scuola, sottolinea il presidente, «perché la conoscenza, l’informazione e l’educazione rivestono un ruolo fondamentale nel promuovere una società giusta e solidale».
Sono passati 77 anni da quando le truppe sovietiche entrarono nel campo di Auschwitz e videro l’orrore di cui era stato capace il nazismo. «Una delirante ideologia – spiega il capo dello Stato – basata su grottesche teorie di superiorità razziale aveva cancellato, in poco tempo, i valori antichi di solidarietà convivenza, tolleranza e perfino i più basilari sentimenti umani: quelli della pietà e della compassione». Le cronache di questi giorni, con il dodicenne ebreo aggredito da due ragazze in Toscana, dimostrano come sarebbe sbagliato abbassare la guardia, illudersi che certe ideologie appartengano ormai al passato. Anche perché i segnali che arrivano dall’Europa sono gravissimi e raccontano tutt’altro: «L’antisemitismo non è scomparso. Avvelena ancora le nostre società» avverte infatti la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen denunciando come, ancora oggi, «il 70 per cento degli ebrei europei non si sente al sicuro quando indossa una kippah o una stella di David».
Il 2021 si è contraddistinto come l’anno più «antisemita» dell’ultimo decennio. La pandemia ha fornito infatti nuovi pretesti e alimentato forme di antisemitismo inedite, come denunciato a novembre scorso da un rapporto dell’Agenzia Ue per i diritti fondamentali (Fra). Come quella che – specie sul web – vede gli ebrei come nuovi untori, responsabili della diffusione del Covid. «La proliferazione delle cospirazioni antisemite online – si legge nel rapporto – mostra come il numero degli incidenti registrati non sia indicativo della situazione. Dai sondaggi effettuati emerge infatti che gli attacchi contro gli ebrei sono fortemente sottostimati e che l’odio sul web, incluso l’antisemitismo ha messo radici nelle società europee». Senza contare la banalizzazione dell’Olocausto fatta paragonando le misure sanitarie adottate per contenere e contrastare la pandemia a quelle che nel secolo scorso hanno portato allo sterminio degli ebrei.
Significativi i dati riportati sempre a novembre scorso dal vicepresidente della Commissione Ue Margaritis Schinas secondo i quali nove ebrei su dieci ritengono che l’antisemitismo sia in aumento nel proprio paese e il 38% ha preso in considerazione l’idea di migrare altrove. Francia e Polonia, secondo un altro sondaggio effettuato questa volta dall’Università ebraica di Gerusalemme, sono invece considerate le due nazioni più antisemite d’Europa.
Alimentare l’insicurezza, generare paura, è anche così che agisce l’antisemitismo. E non certo da oggi: «Questo era il pano dei nazisti non solo per sterminare milioni di persone i base all’etnia, alla religione o all’orientamento sessuale, ma anche per togliere l’umanità delle persone, per spogliarle di ogni dignità, identità, amore per la vita», ha proseguito von der Leyen. «La nostra identità è costruita sulla Memoria dell’Olocausto – ha concluso la presidente della Commissione -. Perché il motivo stesso per cui è stata fondata la nostra Unione risiede in due semplici parole: mai più, ’nie wieder’».
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