Mattarella: «La priorità è la pace. Ridurre le differenze sociali»
Quirinale Plauso bipartisan al discorso di fine anno. Sintonia col Papa: l’AI non leda la dignità umana. Landini: «Indica la via maestra: la piena attuazione della Carta». Lodi da Meloni e Schlein
Quirinale Plauso bipartisan al discorso di fine anno. Sintonia col Papa: l’AI non leda la dignità umana. Landini: «Indica la via maestra: la piena attuazione della Carta». Lodi da Meloni e Schlein
La pace come mentalità, come cultura. «Parlare di pace, oggi, non è astratto buonismo. Al contrario, è il più urgente e concreto esercizio di realismo, se si vuole cercare una via d’uscita a una crisi che può essere devastante per il futuro dell’umanità». Una pace che non può essere solo evocata, ha detto la sera del 31 Sergio Mattarella nel suo nono discorso di fine anno dal Quirinale. Ma deve diventare priorità dei governi, anche in Medio Oriente, a Gaza, dove ci sono migliaia di vittime civili. La parola «pace» è la più citata nel suo discorso: 11 volte in 16 minuti di intervento, seguono «violenza» e «guerra».
SEGNALI DEL CLIMA di preoccupazione che si respira al Quirinale. Il presidente non ha nascosto l’«angoscia» per il dilagare della violenza, tra gli stati e anche nelle società. A partire da quella contro le donne. E si è rivolto direttamente ai giovani maschi, riferendosi al doloroso femminicidio di Giulia Cecchettin: «L’amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso orgoglio. L’amore vero è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità».
Ma la violenza è anche altrove, nell’odio che si diffonde in rete, nella «pessima tendenza di identificare avversari o addirittura nemici. Verso i quali praticare forme di aggressività, anche attraverso le accuse più gravi e infondate e travolgendo spesso il confine che separa il vero dal falso».
MATTARELLA NON NASCONDE nessuno dei gravi mali che affliggono l’Italia: le liste di attesa in sanità con tempi «inaccettabilmente lunghi», il lavoro «sottopagato», «non in linea con aspettative e con gli studi seguiti», l’evasione fiscale. Il lavoro, «a condizioni inique, e di scarsa sicurezza». I costi per gli alloggi universitari «improponibili per la maggior parte delle famiglie». E ancora: «Le immani differenze di retribuzione tra pochi super privilegiati e tanti che vivono nel disagio».
«I giovani si sentono fuori posto. Disorientati, se non estranei a un mondo che non possono comprendere», l’avvertimento del capo dello Stato che non si rassegna a vedere i giovani ai margini, spesso distanti dalla politica e tentati dall’astensionismo. Partecipare, spiega, non è stare sui social o rispondere a un sondaggio, è «un diritto di libertà». «La forza della Repubblica è la sua unità, non come risultato di un potere che si impone». Una unità come «stato d’animo che si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace. I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza».
Valori che Mattarella ha visto all’opera anche nell’anno appena passato: tra i ragazzi che spalavano il fango in Romagna, tra quelli che lavorano nei beni confiscati alla Camorra, o quelli affetti da autismo che impegnati nell’esperienza di Pizza aut, tra le donne che si sono mobilitate per dire no alla violenza di genere.
ESEMPI SCELTI CON CURA che «già raccontano il nostro futuro». O meglio, le speranze del presidente che, oltre al disordine mondiale prodotto da un vecchio equilibrio tra potenze che sta finendo senza che ne sia sorto uno nuovo, vede con preoccupazione anche i rischi derivanti dall’intelligenza artificiale «Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana, iscritta dentro quella tradizione di civiltà che vede, nella persona – e nella sua dignità – il pilastro irrinunziabile», le sue parole.
Una priorità condivisa, quella sui rischi dell’AI, con Papa Francesco, con cui c’è stato nei due discorsi un affettuoso scambio di auguri. Anche Francesco ha messo al centro della sua omelia, oltre alla forte richiesta di pace in Ucraina e Palestina e alla accorata denuncia della violenza contro le donne che «profana Dio», l’allarme per le nuove tecnologie che devono essere «al servizio della famiglia umana e costruire percorsi di fraternità».
Mattarella, ieri in occasione della 57esima Giornata mondiale della pace, ha scritto a Francesco per unirsi al suo appello affinché «le nuove potenti tecnologie siano umanizzate, servano il bene comune e non siano mero strumento di interessi di parte» o, peggio, utilizzate per produrre armi sempre più distruttive. Per ottenere questo obiettivo, scrive il Capo dello Stato, serve «una governance globale» dell’AI che garantisca il controllo umano sulle tecnologie: «A differenza di quella artificiale, infatti, l’intelligenza dell’essere umano è illuminata dalla coscienza».
IL DISCORSO DI FINE ANNO dal Quirinale è stato seguito in diretta da 10,6 milioni di italiani, ricevendo un plauso bipartisan. La premier ha chiamato il Capo dello Stato, sottolineando la convergenza sui temi della sanità dei salari. Secondo Schlein, Mattarella «ha riaffermato i valori della Carta Costituzionale: pace e giustizia sociale, per il progresso della democrazia». Giuseppe Conte legge nel messaggio «un inequivocabile stimolo a cambiare le cose, a non rassegnarci», all’orrore della guerra e al lavoro sottopagato. Maurizio Landini definisce il presidente «costruttore di pace»: «Ci ha indicato con coraggio la “via maestra’ da seguire: la piena attuazione della Costituzione» .Salvini coglie l’occasione per definirsi vittima di un clima d’odio e di falsità.
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